Lauria, battaglia per abolire il vitalizio dei consiglieri regionali

Una petizione popolare per abolire i privilegi della classe politica. Si è preso come esempio di buona pratica politica l’Emilia Romagna, dove il Consiglio regionale ha deliberato, all’unanimità, l’abolizione del vitalizio dei consiglieri regionali, avviando i tagli ai costi della politica. I motivi della petizione popolare, inseriti nel frontespizio del foglio che raccoglie le firme, sono: la crisi economica che attanaglia il nostro Paese; i pesanti sacrifici richiesti agli Italiani dalla recente legge Finanziaria; la necessità di reperire fondi per incentivare l’occupazione e per innalzare la qualità della vita nella Regione Basilicata; l’opportunità di procedere ai tagli dei costi della politica, in particolare, di quelli non indispensabili al buon funzionamento della democrazia. Diverse le relazioni tenute, Rita Galietta ha descritto il movimento, le finalità che si pone e gli obiettivi da raggiungere nel breve e nel lungo periodo. Nella Spina dati alla mano, ha illustrato nel dettaglio tutti i vitalizi, i benefit, i privilegi e i lussi della nostra classe politica dirigente, sia a livello nazionale, che a livello regionale, evidenziando la enorme, nonché ingiustificata, sperequazione tra il trattamento economico dei deputati o dei Consiglieri regionali che arrivano a guadagnare fino ai 20.000 euro al mese, e lo stipendio di appena 1.700 euro di un comune professore. Maria Turi ha esposto il perché le donne sono “arrabbiate”, della necessità di questo movimento come contenitore e canalizzatore della protesta popolare, della necessità che la politica cerchi orizzonti comuni con la società civile, valori, principi e regole condivisi e da rispettare. Ha ribadito che non si vuole fare della facile demagogia e del populismo, che non si vuole affatto cavalcare l’onda dell’antipolitica, ma al contrario si vuole una buona politica quella che si opera come servizio, in nome dell’interesse generale e del bene comune, quella della giustizia sociale, delle pari opportunità, che valorizzi il merito e le competenze e ci faccia uscire dal familismo amorale di cui si riparla oggi, riprendendo studi sociologici di anni addietro.