Perugia riforma endoregionale, soppresse comunità montane ed arusia

“Il cuore di queste riforme è il processo di riduzione, razionalizzazione e semplificazione di tutta la macchina della pubblica amministrazione. Con essa intendiamo rimettere in capo agli enti elettivi competenze e funzioni fino ad oggi assegnate ad enti intermedi. Con ciò determinando enormi vantaggi per cittadini e imprese circa la sburocratizzazione, e altrettanto significativi risparmi di spesa”. La riforma del sistema endoregionale è stata presentata questa mattina, venerdì 29 luglio, a Palazzo Donini, nella sede della Giunta regionale, dalla Presidente Catiuscia Marini insieme agli assessori regionali Tomassoni, Rossi e Cecchini.“Avevamo indicato nelle nostre linee programmatiche che avremmo voluto portare a termine la maggior parte delle riforme del sistema endoregionale regionale entro il primo anno di legislatura, ha affermato la PresidenteMarini, perché questo processo è di fondamentale importanza, atteso dai cittadini e dalle imprese, e utile al sistema economico regionale. Per ciò che riguarda il superamento delle Comunità montane, riteniamo questa una riforma necessaria, ma soprattutto urgente per il fatto che ormai sono venute meno tutte le risorse statali che venivano trasferite alle regioni per il funzionamento di questi enti”. “Abbiamo svolto in questi mesi un significativo lavoro di partecipazione sia con il complesso delle istituzioni locali, ha affermato la Presidente, cui saranno assegnate parte delle funzioni e del personale, sia con le organizzazioni sindacali e con il resto dei soggetti interessati alla riforma. Una riforma che si muove, anticipandone anche i contenuti, in coerenza con quella nazionale, stimolando e favorendo l’aggregazione delle amministrazioni comunali di piccole dimensioni per lo svolgimento di funzioni comuni, tutelandone al tempo stesso l’identità delle comunità ed il valore sociale, storico ed anche economico rappresentato dai piccoli comuni”. “Abbiamo voluto predisporre un disegno di legge specifico per lo scioglimento dell’Arusia, ha aggiunto poi la PresidenteMarini, in quanto per il disegno di legge più ampio della riforma endoregionale saranno necessari tempi più lunghi, mentre è più semplice chiudere l’Agenzia in quanto già ora gran parte delle competenze fanno parte del procedimento amministrativo regionale. Anche in questo caso si tratta di realizzare un processo di razionalizzazione e semplificazione”. La Presidenteha chiuso la conferenza stampa annunciando che “Nelle ultime sedute di Giunta abbiamo anche provveduto ad approvare ulteriori misure di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica relativa a personale e funzionamento dell’ente, determinando un risparmio complessivo di oltre 3,5 milioni di euro per il bilancio regionale”. I punti fermi della riforma del sistema amministrativo regionale ed endoregionale preadottata dalla Giunta regionale sono rappresentati dalla soppressione immediata della Comunità Montane e dell’Arusia, l’istituzione di una Agenzia Forestale Regionale, la costituzione delle Unioni di Comuni ed il trasferimento di ulteriori deleghe alle Province. Il processo di razionalizzazione toccherà anche gli ATI (ambiti territoriali integrati) che fin da subito perderanno le competenze loro attribuite in materia di turismo ed integrazione socio-sanitaria a favore delle unioni dei comuni, mentre saranno definitivamente soppressi per effetto di una prossima ulteriore legge regionale di riordino da emanarsi entro diciotto mesi, nella quale saranno conferite e disciplinate le residue competenze degli Ati in materia di sanità, rifiuti e ciclo idrico integrato. Il disegno di legge infine mette in programma anche il riordino dei consorzi di bonifica e la trasformazione di Umbriaflor in azienda regionale di diritto pubblico. La soppressione delle Comunità Montane sarà attuata con decreto dal Presidente della Regione entro un mese dall’entrata in vigore della legge. Le competenze passeranno subito alla Agenzia Forestale regionale e, non appena costituite, alle Unioni dei Comuni. La nuova Agenzia Forestale avrà i compiti già svolti in gran parte dalle comunità montane, sono sostanzialmente di natura tecnico-operativa e cioè sostanzialmente la gestione e qualificazione (intesa come miglioramento/valorizzazione) dei sistemi agricoli e forestali e la tutela tecnica ed economica dei boschi. E’ inoltre prevista la possibilità per tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, di avvalersi dell’Agenzia, previo accordo o protocollo di intesa di durata almeno triennale, per lo svolgimento di qualsiasi attività ritenuta omogenea o analoga a quelle proprie dell’Agenzia. Va segnalato inoltre che sarà consentito all’Agenzia di eseguire in amministrazione diretta “lavori ed opere attinenti o funzionali alle proprie competenze” fino ad un importo di 300.000 euro. E’ prevista esclusivamente la figura dell’amministratore unico, oltre al collegio dei revisori dei conti. La Regioneeserciterà, nelle varie forme, i poteri di indirizzo, vigilanza e controllo sull’attività dell’Agenzia. Il disegno di legge si occupa poi delle Unioni dei Comuni che saranno obbligatorie per gestire le funzioni in materia di politiche sociali e turismo, in materia di boschi e di terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici, funzioni in materia agricola ed in materia di funghi e tartufi. Entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale, sentito il Consiglio delle Autonomie Locali, adotta il piano di riordino territoriale nel quale, la dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica è individuata sulla base della popolazione residente complessivamente non inferiore a 60.000 abitanti; della contiguità dei territori e delle caratteristiche geomorfologiche, socio-economiche e infrastrutturali compatibili. Le unioni di comuni adottano il proprio statuto entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano di riordino territoriale e, nei novanta giorni successivi, il regolamento di organizzazione e funzionamento. Nel caso di inosservanza dei termini, la Giunta regionale eserciterà il potere sostitutivo. Agli amministratori delle unioni di comuni non potranno essere attribuite retribuzioni, gettoni, indennità o emolumenti in qualsiasi forma siano essi percepiti. Inoltre, per contenere la spesa pubblica, ciascuna unione di comuni potrà avvalersi esclusivamente delle dotazioni umane e strumentali individuate nell’atto costitutivo dai singoli comuni che la compongono. Ulteriori dotazioni umane e strumentali potranno essere messe a disposizione mediante convenzioni con la Regione o con i singoli comuni che la compongono. Le Unioni potranno utilizzare inoltre, le dotazioni umane e patrimoniali loro attribuite a seguito del procedimento di liquidazione delle Comunità montane e quelle attribuite o nella disponibilità degli ATI per l’esercizio delle funzioni in materia di turismo e di politiche sociali, ma non potranno procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato. La Regione inoltre incentiverà lo sviluppo delle gestioni di funzioni fondamentali attraverso le unioni dei comuni, destinando contributi finanziari, fornendo sostegno tecnico e logistico e garantendo la disponibilità di risorse umane e strumentali. Ciascun comune potrà comunque avvalersi dell’unione della quale fa parte, per l’esercizio in forme associata di funzioni proprie. In questo disegno di legge si ampliano poi le funzioni attribuite alle province che ottengono la viabilità e la gestione del demanio stradale regionale, ivi compresa la riscossione dei canoni concessori; la gestione delle aree appartenenti al demanio idrico regionale, ivi compresa la riscossione dei canoni concessori relativi a manufatti interferenti con il reticolo idraulico demaniale; la tutela ambientale e, in particolare, la gestione delle aree naturali protette. Infine la proposta di legge prevede che entro dodici mesi dall’approvazione la Regione procede al riordino, anche mediante accorpamento ed integrazione di servizi, dei consorzi di bonifica e dei relativi ambiti territoriali. Diciotto mesi invece è il termine che sì è dato la Regione per l’emanazione della legge di riordino e quindi di soppressione degli ATI che nel frattempo continueranno ad occuparsi esclusivamente delle funzioni in materia di sanità, rifiuti e ciclo idrico integrato. La Giunta regionale, nella stessa seduta ha anche adottato il disegno di legge di soppressione dell’Arusia, l’Agenzia regionale umbra per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura, che avrà effetto dalla data di entrata in vigore della legge.La Regione subentrerà nei compiti e in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi dell’Arusia, ivi compresa la titolarità dei beni immobili e mobili mentre il personale sarà utilizzato nelle strutture regionali.