Un anno dalla morte di Sara Scazzi e la verità attende ancora

Michele Misseri ieri non si è presentato all’appuntamento in procura. I magistrati che lo indagano per la soppressione del cadavere della nipote Sara Scazzi, avrebbero dovuto sentirlo come lui stesso aveva più volte chiesto. Il contadino che con i giornalisti si autoaccusa di avere ucciso sua nipote mentre di fronte agli inquirenti incolpa sua figlia Sabrina, ha delegato il suo avvocato d’ufficio, Armando Amendolito, che alle undici in punto ha bussato alla porta del pubblico ministero Mariano Buccoliero, comunicando la rinuncia all’ascolto del suo assistito. “Una decisione definitiva che ho preso in accordo con il signor Misseri” ha detto il legale fresco di nomina che non ha ancora avuto il tempo di leggere tutte le carte dell’inchiesta. Amendolito non ha confermato né smentito la volontà di Misseri di volersi autoaccusare nuovamente dell’omicidio, come ha più volte dichiarato dopo la scarcerazione. In merito al memoriale dove zio Michele confermerebbe la versione dell’autoaccusa, l’avvocato ha preferito non produrlo al pm e di rimandare quindi tutto alla prossima udienza preliminare. “Non posso dirvi niente in merito, ieri ho avuto un lungo colloquio con il signor Misseri. Quando ci sarà la fase pubblica del processo ne saprete di più” ha concluso il legale. Sperava di più, invece, l’avvocato Nicola Marseglia che con il penalista romano Franco Coppi difende Sabrina Misseri. “Se parlerà e dirà la verità farà un grosso servizio a se stesso e a tutti”, aveva commentato Marseglia che più volte ha sollecitato un confronto tra padre e figlia sempre respinto dalla pubblica accusa. Avendo sprecato l’occasione di raccontare ai magistrati quella verità che sinora ha espresso solo alle telecamere e che avrebbe scagionato sua figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano, entrambe detenute con l’accusa di omicidio volontario, zio Michele sigilla così l’unica versione resa in sede di incidente probatorio: ad uccidere Sara -ha detto -è stata Sabrina mentre lui si è occupato solo di nascondere il corpo del pozzo in contrada Mosca. L’udienza preliminare è fissata per fine agosto. E ad un anno da quel 26 agosto la verità attende ancora…