Il Premier Berlusconi dimostra indifferenza assoluta per le sorti del Porto di Gioia Tauro

Queste le parole del Presidente nazionale di Generazione Futura, Emilio Ierace, che così dichiara al giornale sulla vertenza portuale: “Almeno l’ex premier Romano Prodi qualche volta da Gioia Tauro ci è passato, oltre a spenderci un po’ di risorse e anche di interventi sui principali quotidiani nazionali. Lui, il Cavaliere, da quelle parti non si è mai visto, e quando è sceso in Calabria per le ultime elezioni non ha nemmeno speso una parola per quella che per tutti è l’infrastruttura d’eccellenza per la nostra terra. Sempre meglio del ministro Tremonti che, sempre per motivi elettorali, è stato di recente a Reggio Calabria e, a precisa domanda della stampa, si è detto impreparato sull’argomento. Il porto di Gioia Tauro muore anche così, nel silenzio e nell’immobilismo generali. Per calmarsi la coscienza, l’altro ieri il governo nazionale ha accolto e approvato una risoluzione bipartisan in commissione trasporti alla Camera per salvare il “core business” del porto di Gioia Tauro. Dando atto alla deputazione parlamentare calabrese di aver stilato un documento unitario come invece non è stato capace di fare il Consiglio regionale, si è dovuto prendere atto però che questo sì a Montecitorio è arrivato proprio nel momento in cui i portuali gioiesi lividi di rabbia e di rassegnazione incrociavano le braccia per il no del terminalista Mct, il monopolista di quella specie che tanto piace a palazzo Chigi. Non solo al Cavaliere, ma soprattutto al Cavaliere, che elargisce a piene mani quando si tratta di aiutare qualcuno da Roma in su. La casistica è lunghissima, facciamo alcuni esempi. Quello dell’Alitalia, il cui salvataggio è costato 4 miliardi di euro e non sono neppure bastati, visto che lo spettro di Air France è di nuovo dietro l’angolo. O la copertura dei debiti della Catania del medico di Berlusconi, Scapagnini, o della Roma di Alemanno con i fondi Fas, “bancomat” per ogni evenienza e ogni emergenza, un tesoretto usato per tutto tranne che per quello per cui è destinato: lo sviluppo delle aree sottoutilizzate e depresse. Come Gioia Tauro, laddove nemmeno un euro è arrivato in questi ultimi anni. C’è un accordo di programma Regione-governo dello scorso settembre, investimenti per circa 500 milioni, ma sono fermi: il soggetto attuatore Rfi cincischia, non lo smuove neppure una dura lettera del presidente della Calabria Scopelliti. Il porto di Gioia Tauro muore anche così, mentre il Nord batte cassa, pretende e ottiene, comprese le sedi di ministeri che secondo i leghisti non costano nulla ma in realtà costeranno qualcosa. Sempre più comunque di quello che il governo nazionale ha previsto, prevede e prevederà – se prevederà – per il porto di Gioia Tauro. Perché poi il problema non è solo il porto in sé, ma anche il nulla che lo circonda: autostrada, ferrovia e quant’altro. La Salerno-Reggio Calabria è quella che è, l’alta velocità non è nemmeno quella, nel senso che non c’è proprio e non si sa se ci sarà mai. Il porto di Gioia Tauro muore così. E muore anche negli atti ufficiali. Piano nazionale per la logistica: tre righe tre per l’infrastruttura gioiese. Eccole: “Per il porto di Gioia Tauro, quale porto di transhipment, oltre a potenziare il sistema ferroviario di collegamento, va definita l’operatività da un’area logistica retro- portuale adeguatamente servita di collegamenti telematica”. Un po’ astruso, francamente. E poi una declinazione tempistica al futuro che non dice nulla. Dice un po’ di più comunque del Piano per il Sud, che nelle sue linee generali di qualche mese fa per il porto di Gioia Tauro non spende una parola che è una. Proprio così: nemmeno una parola. Figurarsi soldi e investimenti. Dunque, Generazione Futura,  già in passato molto critica sulle posizioni di “MTC”,  nella gestione e conduzione della risorsa portuale calabrese, lancia strali di veleno sulle disattenzioni dell’attuale governo e non soltanto. Dice che questo governo ha altre ambizioni, il porto di Gioia Tauro non rientra tra i loro interessi, l’unica cosa che interessa della Calabria agli attuali governanti  sono i voti”. Il Presidente di Generazione Futura, lancia accuse pesantissime anche sull’inabilità della  deputazione calabrese, che a suo dire non è sicuramente all’altezza del compito, in quanto, “succubi della sindrome dell’ inferiorità culturale, dunque i nostri rappresentanti in parlamento non riescono a portare avanti gli interessi dei calabresi, facendoci rischiare a mano a mano,  il tracollo su tutti i fronti”.