Roma, una storia lunga 81 anni e 5 scudetti non sono bastati alla Rugby

Roma dopo l’Atletico che non è stato iscritto nella ex serie C di calcio, perde anche il Rugby. Di fronte alle insolvenze economiche, alla mancanza della fidejussione bancaria necessaria a coprire i debiti della passata stagione e quindi a garantire l’iscrizione al prossimo campionato di Eccellenza, il Consiglio Federale del Rugby altro non ha potuto fare che sancire l’esclusione della società romana dal rugby che conta. La Rugby Roma 1930 era diventata per la città e per gli amanti della palla ovale un punto di riferimento, non solo per i cinque scudetti vinti, l’ultimo nel 2000 nella finale contro L’Aquila allo stadio Flaminio con 16mila spettatori, e le due Coppe Italia (l’ultima chiamato Trofeo Eccellenza proprio nel 2011) ma per aver saputo interpretare i valori del rugby nel modo più puro ed entusiasmante. Anche però per aver sfornato decine e decine di giocatori di livello nazionale in continuità grazie ad un settore giovanile che ancora oggi conta circa 400 ragazzini dal minirugby all’under 20. Le sfide con L’Aquila, una specie di derby visto che la palla ovale nel capoluogo abruzzese fu portata da un gruppo di romani, hanno segnato capitoli importanti nella storia del rugby italiano, le battaglie contro le fortissime squadre venete sono state tantissime ed in qualche caso epiche. Indossare la maglia bianconeroverde della Rugby Roma è sempre stato una specie di status sportivo di valore altissimo per un giocatore romano ma non solo. Il quartiere dell’Eur dove ha sempre avuto sede il campo di gioco, allo stadio delle Tre Fontane, è stato caratterizzato in parte anche dalla presenza di questa società così importante. Nel 2005 la società fu rilevata, mentre era in difficoltà economiche dall’ingegner Paolo Abbondanza, proprietario della Futura Park (parcheggi e costruzioni) che in questi anni le ha garantito di risalire la china dalla serie A all’Eccellenza (la massima serie) e di rigiocare le coppe europee. Promesse di stadio nuovo, progetti di città del rugby, di squadre in grado di competere per lo scudetto. Fino al gennaio di quest’anno quando le cose hanno ripreso ad andare male. La situazione si è degradata al punto che a maggio Abbondanza ha comunicato di voler lasciare la proprietà della società chiedendo alla Federazione addirittura il ritiro dell’affiliazione. Una proposta irricevibile dalla Federazione che ieri nel Consiglio Federale di fronte ad una fidejussione incompleta ed accompagnata da una richiesta di deroga motivata dalle “buone intenzioni di pagamento” ha dovuto prendere una decisione drammatica dal punto di vista sportivo. Una lunga catena di responsabilità ha portato alla distruzione di un mito sportivo della città. Per fortuna qualche genitore ed un dirigente, Barillari, hanno messo in piedi una società che si chiama Nuova Rugby Roma che proseguirà l’attività giovanile e forse metterà in piedi una squadra di serie C. Per provare a far rinascere il sogno e tornare nella massima serie tra qualche anno.