Toronto, incontri alcolisti anonimi

Quando si parla di alcolisti anonimi, non si puo’ fare altro che pensare ad un film americano: I “pazienti”, in genere, si siedono in cerchio ed, a uno ad uno, raccontano la loro storia e la loro voglia di uscire dal tunnel dell’alcool. Noi siamo andati ad uno di questi incontri, a Toronto, ovvimente non ci siamo scoperti, per cui preferiamo non riferire luoghi o persone, ma solo rendervi consapevoli che cio’ che e’ rappresentato nei film, non sempre e’ frutto di fantasia. In realta’ non c’era un semplice cerchio di sedie, ma due schiere con tante file, quasi tutte occupate, separate solo da uno snello corridoio che permette ai presenti di alzarsi uno alla volta e di raccontare la loro storia. “My name is ….and I’m an alcoholic” e tutti rispondono “Hi…”ed il nome della persona. L’atmosfera e’ piena di energia, ciascuno tenta di dare, attraverso la propria esperienza, un piccolo contributo per il prossimo. Nessuno e’ distratto da niente, non squillano telefonini, non si inviano messaggi o si mormora. Il tutto accade in un silenzio rispettoso di chi conosce le sofferenze e le tribolazioni altrui. Tanti I cartelli presenti:”Live and let live”; ‘Remember when keep coming back”; “Keep it simple”. Il tasso di alcolismo nell’America del Nord e’ davvero alto, noi ci chiediamo il perche’ e cerchiamo di parlare, alla fine dell’incontro, con qualcuno di loro, in forma amichevole. Tutti sostengono di avere dei problemi e di essersi attaccati alla bottiglia solo per incapacita’ di superarli o per solitidune. Nasce spontanea la domanda: Non sara’ che in questi luoghi non si puo’ bere prima dei 21 anni e ci sono talvolta troppe regole? Sapete che in Ontario non e’ permesso bere alcolici per strada o semplicemente trasportarli se non accuratamente chiusi? Cosa rispondono? In Italia non ci sono regole e tutto va a male a partire dalla politica. La nostra era solo una domanda, non volevamo essere offensivi, ma solo riflettere e confrontare due culture. Siamo rammaricati che la visione del bel paese all’estero sia sempre troppo negativa, in realta’ possediamo 80% dei beni culturali mondiali, la cucina, lo stile, i vini e tanto altro,ma chissa’ perche’ non lo ricorda mai nessuno!