Gioia Tauro, l’omicidio Priolo non è un delitto di mafia. Il killer inquadrato in volto…

La scorsa settimana Vincenzo Priolo, 29enne anni appena, è stato assassinato a Gioia Tauro nel Reggino. Una settimana intensa e commossa nella quale gli investigatori hanno segnato un colpo importante. Hanno emesso un decreto di fermo nei confronti di un giovane di Gioia Tauro, proprio in merito all’omicidio del cognato di Girolamo “Mommino” Piromalli. Non sono state ancora rese note le generalità, ma si sa che l’uomo risulta irreperibile dal giorno del delitto, avvenuto sulla Statale 111 a Gioia Tauro venerdì scorso. Contemporaneamente, pare allontanarsi la pista del delitto di mafia, come ipotizzato con insistenza in un primo momento. Un omicidio, quindi, che sarebbe legato alla vita privata dell’uomo, anche se fonti investigative non hanno confermato questa teoria. Di fatto c’è, però, che l’indagine a distanza di quasi una settimana non è passata alla Distrettuale antimafia di Reggio Calabria – cosa avvenuta invece in tempo reale per l’omicidio di Francesco Giovinazzo avvenuto il giorno prima a Rosarno – un indizio questo che farebbe propendere per questa ipotesi. Gli uomini della polizia di Gioia Tauro, guidati dal vicequestore aggiunto Francesco Rattà, intervenuti sul luogo del delitto pochi minuti dopo la segnalazione, avevano già dalle prime battute indirizzato le indagini verso la pista che consideravano giusta. Una pista, quindi, che non collocava quell’uccisione nel quadro dello scontro tra i clan Piromalli e Molè, ma nella sfera privata di Priolo. Con ogni probabilità, una spinta verso quella direzione l’avrà data una delle videoriprese che gli investigatori avevano sequestrato ai gestori dei locali della zona dove è stato compiuto il delitto. Era venerdì di una splendida mattinata di sole, quindi non sarà stato complicato immortalare il killer che ha fatto fuoco per sei volte contro Vincenzo Priolo, colpendolo quattro volte sia alla testa che al torace. Si è trattato di un vero e proprio agguato, compiuto dal killer mentre il gioiese stava per entrare nella sua autovettura parcheggiata sulla Statale 111. Dopo avere individuato lo scooter a bordo del quale il killer ha fatto fuoco e avere un’idea precisa sulla sua identità, la polizia non è riuscita a trovare il giovane gioiese accusato del delitto. L’uomo si sarebbe dato alla macchia subito dopo l’omicidio. La perquisizione domiciliare compiuta dagli uomini di Rattà ha dato, infatti, esito negativo. Le indagini, comunque, stanno proseguendo a ritmo serrato per cercare di assicurare alla giustizia il presunto omicida nel più breve tempo possibile.