Uno spettacolo che si chiama Tropea

La  proposta è la Costa degli Dei, che si estende dal promontorio di Capo Vaticano nella direzione di Tropea, vera perla della Calabria. Costeggiando le falesie a strapiombo sul mare, si incrociano la spiaggetta di Santa Domenica e i resti del porto che i Romani avevano costruito a breve distanza da Tropea, chiamato Porto Ercole, in omaggio alla tradizione che vuole la città fondata dall’eroe del mito, di ritorno dalla Spagna.  Proseguendo ecco la  Baia di Riaci con la sua spiaggia e la Grotta dello Scheletro – soprannominata così perché l’effetto della luce rende bianchissimo il corpo di chi si immerge in acqua – ad annunciare l’arrivo a Tropea. Come rinunciare a tanta bellezza? Nel centro del piccolo paesino si ergono  palazzi nobiliari del Settecento e dell’Ottocento, costruiti direttamente sulla roccia e arroccati sulla rupe a precipizio sul mare, con la lunga spiaggia sottostante. A sorvegliare turisti ed abitanti la chiesa di Santa Maria dell’Isola: un convento benedettino di origini medievali che si erge su uno scoglio proteso verso il mare. Tropea è un intrecciarsi di vicoletti, dove si affacciano i portoni di antichi palazzi – talvolta diroccati e spesso affiancati dalla propria chiesetta, retaggio di antichi privilegi nobiliari – con bouganville di un fucsia intenso abbarbicate sugli stipiti e sui balconi in ferro battuto. Anche la cucina del posto merita menzione: squisito e imperdibile un piatto di fileja, la pasta di grano duro fatta a mano secondo la tradizione, condita con pomodoro e scaglie di pecorino del Poro. Dappertutto il dolce profumo di cipolla e spezie inebria l’aria mischiandosi alla salsedine marina che dalla spiaggia bianca sale fino a superare la grande terrazza del paese a picco sul mare per poi giungere direttamente al naso dei turisti, risvegliando sensi e rimanendo nel cuore.