Soriano Calabro, i martedì di San Domenico

Soriano Calabro, nota per la produzione dei famosi “Mostaccioli” (molto buoni quelli prodotti dalla Dolciaria Alessandria) e dei vimini, si trova sul versante tirrenico delle Serre Calabre, a 19 km a sud est del capoluogo Vibo Valentia. Conta 3240 abitanti, 15 chilometri quadrati di estensione territoriale e 268 metri di altitudine. Cinta dalla “Collina degli Angeli” e lambita dai torrenti “Caridi” e “Cornacchia”, Soriano gode, grazie alla sua privilegiata posizione, di un clima piacevole, temperato di inverno e non eccessivamente caldo d’estate. Il paesaggio circostante risulta particolarmente suggestivo per le diverse ondulazioni del terreno e per i colori della campagna, dove dominano le  piante di ulivo, di querce e di castagni. L’abitato, posto in una leggera discesa, è composto di due  parti: il vecchio centro urbano, caratterizzato dalla presenza delle rovine dell’antico Convento di San Domenico, e il centro urbano di nuova formazione, sviluppatosi dopo il 1960 a sud del centro storico. Secondo le ricostruzioni, nella notte del 15 settembre 1530, la Vergine Maria, insieme a S. Maria Maddalena e a S. Caterina d’Alessandria, apparve a fra Lorenzo da Grotterìa, nella chiesa dei Domenicani a Soriano Calabro, consegnandoli una tela raffigurante s. Domenico, perché fosse esposta al culto. Gli eventi del 1530 furono sottoposti a processo canonico nel 1609. Urbano ve ne autorizzò la festa liturgica. La miracolosa effigie rimase incolume tra le macerie del convento, crollato con il terremoto del 1783. La devozione di questa “celeste immagine” si è diffusa in Italia, in Europa e in tutto il mondo fino all’Estremo Oriente e ha fruttato nel corso dei secoli la conversione di molti peccatori. Ogni martedì d’estate a Soriano Calabro alle ore 18:30 si tengono i Martedì di San Domenico, in preparazione alla Festa del Santo a metà settembre. Un appuntamento di fede molto sentito non solo nella cittadina pedemontana ma anche nei centri del Vibonese e tra i tanti sorianesi nel mondo che d’estate tornano nel loro paese d’origine per non mancare alla festa domenicana.