Gioia Tauro, Aponte non scarichi sui lavoratori i problemi della crisi portuale

“Vigilare con serietà su ogni aspetto della vicenda Porto, mi obbliga a fare alcune valutazioni rispetto alla prospettiva di investimenti da parte della Msc di Aponte, il quale dalle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa, pare voglia che Gioia Tauro diventi un porto africano, cioè una nuova Rosarno. Quanto sostenuto in questi giorni dal patron di Msc coincide con quanto ebbe a dichiarare lo scorso gennaio, allorquando affermò che il porto di Gioia Tauro è in crisi perché si lavora poco e che la bassa produttività è il risultato dell’inefficienza dei lavoratori che dovrebbero imparare a fare molto più sacrifici. Queste inaccettabili dichiarazioni di Aponte, vanno assolutamente respinte perché non corrispondenti al vero e perchè danno il quadro di una situazione difforme a quella reale, in quanto la crisi del sistema è dovuta al fatto che una parte del gettito andrebbe destinata alla competitività dei servizi e delle infrastrutture, con l’impiego di nuove tecnologie più avanzate già applicate in altri scali da parecchio tempo. Il dato che a Gioia Tauro vengono fatti 24 movimenti l’ora e non 30 non può attribuirsi all’inefficienza dei lavoratori, perchè Aponte sa bene che si tratta di una scelta di organizzazione del lavoro e di costi-benefici, in quanto il teminal con un maggior impiego di carrelli a mano e con un più moderno sistema di lavoro, sarebbe attrezzato a raggiungere livelli ben più alti di movimentazione. Mi auguro che il capogruppo regionale del PD dichiarando che Aponte ha detto le stesse cose contenute nel loro documento politico si riferisse solo alla logistica e non anche alle pericolose richieste di flessibilità, perché credo che in questo particolare momento ci sia bisogno che i lavoratori si sentano tutelati anche nella loro dignità, considerato il fatto che molti di loro sono oggi in parte inabili a causa di turni di lavoro massacranti e che, a causa della inabilità, sono stati indicati da Mct tra i primi a finire in cassa integrazione. Nessuno deve scaricare sui lavoratori i problemi della crisi portuale, anche perché, è risaputo che vi è da tempo uno scontro commerciale nell’ambito della trattativa per l’ingresso di Msc nella gestione del terminal e, pertanto, questa diatriba non può essere specularmente utilizzata contro i lavoratori. Se Aponte vuole investire su Gioia Tauro ne siamo tutti felici, ma senza che ciò diventi motivo di sfruttamento dei lavoratori che sono i primi ad avere tutto l’interesse a far funzionare con estrema efficacia e rapidità le attività di transhipment, garantendo ottimi livelli di competitività, ma chiediamo che i lavoratori vengano dotati di tutti gli strumenti innovativi che da tempo si utilizzano in altri porti in modo da porli in condizione di lavorare al meglio”. E’ quanto dichiara in una nota il consigliere provinciale reggino, Giuseppe Longo, in quota Prc.