Milano non è Beirut, scontro con il Governo

L’assessore alla Sicurezza meneghino Marco Granelli sostiene che “l’ordine pubblico è compito del Prefetto. Se ci sono presenze dei militari concordate con le forze dell’ordine e accanto agli obiettivi sensibili è una cosa. Ben diversi sono gli interventi come è accaduto in via Padova: di questo credo che non ci sia bisogno”. “Ho chiesto al sindaco di Milano di pronunciarsi sul mantenimento dei militari per garantire la sicurezza nei quartieri della città” ha replicato il Ministro Ignazio La Russa a Palazzo Chigi, dopo aver annunciato che “il Governo ha intenzione di rinnovare la missione interna definita Strade Sicure, per dotare di un surplus di sicurezza i quartieri più difficili delle città italiane con i militari italiani. Ho letto che dalla giunta Pisapia dicono che i soldati non servono – ha detto -. È un pregiudizio politico, un riflesso sessantottino non raccogliere le indicazioni che vengono dal territorio. Vorrei però che Pisapia dicesse una parola chiara ed inequivocabile ed uscisse dal suo mutismo che è durato veramente troppo e invece di far parlare altri al posto suo dica chiaramente se vuole i militari o no. Se il Ministro Maroni dovesse decidere oggi, da me avrebbe l’input a non proseguire nei quartieri di Milano”. La Russa ha ricordato che per “Strade sicure” sono impegnati 4.250 militari, un numero “identico per puro caso al numero dei militari in Afghanistan”. Il rifinanziamento di questa missione interna è previsto nella manovra economica varata dal Governo. “Voglio ricordare al Ministro La Russa che la campagna elettorale è finita – ha replicato seccato il sindaco Giuliano Pisapia – Il Ministro, se ha qualcosa da chiedermi e se vuole delle risposte su temi delicati e importanti come quello della presenza dei soldati nelle città, utilizzi i canali istituzionali. E’ inaccettabile che vengano poste delle domande su un tema importante come quello che riguarda il decreto Strade sicure attraverso agenzie di stampa o pagine di quotidiani, addirittura dettando i tempi della risposta. Dovrebbe sapere, il Ministro della Difesa, che esistono canali istituzionali di comunicazione e, in ogni caso, se vuole delle risposte senza perdere lui ulteriore tempo, usi il telefono e mi chiami direttamente”. Romano La Russa, coordinatore provinciale del PdL e fratello di Ignazio, è intervenuto parlando di “silenzio assordante” e attaccando a sua volta: “Se il progetto di Pisapia e compagni è trasformare Milano in una sorta di Far West, terra di nessuno, ci stanno riuscendo benissimo. Gli esordi della nuova amministrazione comunale in tema di sicurezza sono quanto meno discutibili, usando un termine elegante: a cominciare dalla nomina dell’avvocato dei centri sociali a capo della Commissione Sicurezza”. L’avvocato in questione è Mirko Mazzali, che ha assistito tra gli altri anche i famigliari di Dax e quelli di Abba. “Senza dimenticare – prosegue Romano La Russa – alcune dichiarazioni di autorevoli esponenti della Giunta, secondo i quali gli sgomberi dei rom vanno bloccati e gli agenti della Polizia locale non devono più partecipare ad azioni di pubblica sicurezza”. Il coordinatore PdL arriva a parlare di “resa colpevole e ingiustificata, da parte del Comune rosso, nei confronti di delinquenti e facinorosi, che potranno riappropriarsi di interi quartieri e svolgere i loro malaffari”. Il capogruppo del Pd a palazzo Marino, Carmela Rozza, ha replicato alle dichiarazioni del Ministro: “Il Prefetto ed il sindaco si incontreranno e definiranno un piano per la città, naturalmente. Non vedo il motivo di tutta questa fretta del Ministro La Russa. Detto questo confermo quanto il Pd ha sempre sostenuto. I militari non servono per fare sicurezza in città. I militari devono presidiare i luoghi sensibili, come consolati, sinagoghe o altri edifici, e in strada ci devono essere i poliziotti. Non vogliamo che i militari siano usati per fare finta che ci sia un presidio che non c’è”.