Potenza accoglie triste e commossa Elisa Claps dopo 18 anni di silenzi

La bara di Elisa Claps, la studentessa potentina uccisa il 12 settembre 1993, è arrivata a piazza Don Bosco per l’ultimo saluto. Ad accompagnarla c’era solo la mamma, Filomena Iemma, e i due fratelli, Gildo e Luciano. Ad attenderla però c’erano migliaia di persone. La famiglia ha voluto una cerimonia all’aperto, fuori dalle mura della chiesa, e una messa officiata da don Marcello Cozzi, il coordinatore della rete Libera Basilicata, e da don Luigi Ciotti. Al termine dei funerali il sacerdote ha dato alla madre l’aspersorio e le ha fatto benedire con l’acqua santa la bara di Elisa. Poi le ha consegnato un fiore bianco, “da portare a papà Antonio”. L’uomo, che non ha mai avuto un ruolo pubblico nelle ricerche della figlia, e non ha partecipato ai funerali a causa della sue cattive condizioni di salute. Alla fine la bara è stata portata via, fuori dalla piazza. E la cerimonia è finita così com’era cominciata, con un lungo applauso. Le esequie sono cominciate leggermente in ritardo perché nel passaggio sotto la casa della famiglia Claps, nel percorso tra la camera ardente e piazza don Bosco, il corteo ha rallentato. Scortato dalla polizia, l’auto si è fermata davanti alle centinaia di persone che l’attendevano dalla mattina, ferme sotto i balconi del palazzo dai quali scendevano lenzuoli bianchi esposti dalle altre famiglie. Al passaggio del feretro hanno lanciato petali bianchi. “Elisa è un fiore reciso che qualcuno ha lasciato marcire in un angolo” e la verità “è stata oggetto di baratto”, ha detto don Marcello Cozzi durante l’omelia dei funerali.  “A quelli che hanno depistato la verità – ha aggiunto don Cozzi – dico di togliere il macigno di menzogne che ha coperto il Caino fuggiasco in una Basilicata dove la verità viene lasciata spesso sotto i tetti. Perdonaci, Signore”. L’omelia del sacerdote – che da anni è vicino alla famiglia Claps – è stata più volte interrotta da lunghi applausi. Alle spalle dell’altare, all’aperto, c’era una gigantografia di Elisa, con il suo nome, la stessa foto che era stata esposta anche nella camera ardente e che ha accompagnato per 17 anni le ricerche della studentessa potentina il cui corpo è stato ritrovato il 17 marzo dell’anno scorso, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Oggi in occasione della cerimonia, è stato proclamato il lutto cittadino. In numerosi negozi della città, ci sono manifesti listati a lutto con la scritta “Ciao Elisa”. La bara era uscita dalla camera ardente accompagnata era stata allestita nel liceo classico di Potenza, il Quinto Orazio Flacco, la scuola che Elisa ha frequentato fino al momento della sua scomparsa, e anche lì fuori ad aspettarla c’era una lunga fila di persone. L’hanno salutata in silenzio, dopo il clamore che ha avuto in questi giorni il processo in Inghilterra di Danilo Restivo, il suo (in Italia ancora presunto) assassino. Tra i fiori arrivati nella camera ardente c’era anche un mazzo di gardenie che la famiglia di Heather Barnett – la donna uccisa a Bournemouth nel 2002 – ha fatto arrivare dall’Inghilterra. Per l’omicidio della sarta inglese due giorni fa Restivo è stato condannato all’ergastolo. Il processo con rito abbreviato a Salerno per l’omicidio di Elisa Claps comincerà l’8 novembre.