La regia per pugnalare il Porto di Gioia Tauro, a rimetterci le famiglie gioiesi

Le illusioni dei calabresi si erano concentrate sul Porto Gioia Tauro, il Porto dei Miracoli. Ora da scalo hub leader nel Mediterraneo, è diventato l’hub della Crisi. La Msc, unico armatore che punta su Gioia per il suo traffico in costante aumento nelle rotte per l’oriente non intende più aspettare, pretende subito e non in futuro parte della gestione dello scalo (la quota di Maersk). Maersk, socio armatore si sposta come navi ma rimane nel terminal, Mct orfana del cliente preferito annuncia esuberi, Msc aspetta. Proprio la posizione di quest’ultima è abbastanza misteriosa. Non si capisce per esempio come mai nei prossimi giorni, proprio quelli nei quali da Roma dovranno arrivare risposte più o meno dolorose, di navi previste ce ne dovrebbero arrivare poche. Addirittura si parla di solo una (salve le naturali modifiche dell’ultim’ora) per il 5 luglio. Msc teme un blocco? Ha deciso di essere prudente in questi primi giorni di luglio caldi non solo per la temperatura? Attende il via libera all’ingresso con una politica difensiva? Il disegno di ridimensionamento dello scalo così come prospettato da Mct pare essere in linea con le richieste di Aponte. L’escamotage per evitare una vera rivolta sociale è la logistica di Contship con attività diversificate. Dentro il porto si rischia di cambiare qualcosa e allo stesso tempo di non cambiare nulla, rimarrà in sostanza un duopolio Mct e Msc. Quali saranno gli scenari se la vendita di parte del pacchetto azionario fosse pronta? Vendita di altre gru, riorganizzazione interna, strategia di gestione del personale diversa e più rigorosa. Nel breve periodo ci sarà l’assestamento della presenza della Msc, ma dopo occorrerà verificare se il terminal potrà reggere la concorrenza degli altri scali con la presenza di un solo vettore. La concorrenza tra compagnie aumenta le performance, migliora la funzionalità, accresce interesse. Dopo i diversi armatori che negli anni scorsi si sono affacciati al porto, lo scalo calabrese ne ha visto perdere alcuni, altri addirittura non sono mai arrivati. Per il momento la Msc non può che essere la soluzione per evitare il tracollo, ma per far tornare lo scalo ad alti livelli servono altre azioni. Adesso le parti devono essere chiare e non continuare a tacere. Il Governatore Scopelliti per la prima volta nell’ultimo consiglio regionale ha detto che il terminalista deve liberare parte della banchina se non può mantenere i livelli di traffico, mentre il Presidente è impegnato in un’azione nei confronti di Aponte. Ma la politica come può incidere rispetto ad una trattativa commerciale privata? La confusione regna sovrana. A partire dalle proteste legittime dei sindaci. A chi converrebbe la protesta? Qual è la reale linea tenuta dai sindacati, o parte di essi? Domande senza risposte. Di certo tutti aspettano Roma e il Governo, ma i giochi a quella data probabilmente saranno già fatti.