Strauss Kahn, colpo di scena la cameriera ha mentito

Potrebbe tornare libero già oggi. La clamorosa svolta arriva a pochi giorni dall’inizio del processo per cui tutto sembrava pronto tra poco più di due settimane: il 18 luglio. Gli investigatori fanno una clamorosa marcia indietro e adesso rivelano: la cameriera che lo accusa ha mentito ripetutamente. L’accusa non regge più e lo scandalo che ha fatto perdere il posto al direttore del fondo monetario potrebbe rivelarsi  –  se non la montatura dei suoi nemici politici in Francia che pure era stato ipotizzata – un’invenzione della donna che ha denunciato lo stupro: per altri fini. Il sesso c’e stato. E su questo dall’inizio la difesa è stata chiara. Ma è l’accusa di violenza che ora vacilla. La procura non solo è divisa sulle accuse di Ofelia – il nome sotto cui fin qui è stata celata la cameriera di origine africana – che sarebbe caduta in contraddizione più volta. Ma l’accusatrice avrebbe un passato così burrascoso da non poter sostenere la versione dei fatti che ha tenuto fin qui agli arresti domiciliari  –  seppure dorati  –  l’uomo che fino al 14 maggio scorso sognava di finire all’Eliseo dell’odiato Nicolas Sarkozy. E che stamattina alle 11 comparirà davanti a quella corte distrettuale di Manhattan che gli aveva fatto balenare la possibilità di trascorrere in galera i prossimi 70 anni. La stessa corte che adesso invece potrebbe addirittura mettere fine – momentaneamente – al caso che ha catturato i giornali di tutto il mondo: rimandando in  libertà l’uomo fino a ieri sulla gogna. La prigione dorata dove Dominique Strauss Kahn e la moglie Anna Sinclair trascorrono le ore che possono separarli dalla fine dell’incubo è già assediata da giornalisti e paparazzi. Ma le finestre del civico 153 di Franklin Street – nel cuore del quartiere di Tribeca che i locali di Bob De Niro hanno trasformato in attrazione turistica – sono sbarrate come sempre. Da quel mezzogiorno del 14 maggio Ofelia ha mentito e si è contraddetta più volte. Non solo. Secondo le testimonianze degli investigatori l’indagine “sarebbe un disastro”. Nel giorno stesso in cui ci sarebbe stato lo stupro la donna telefonò ad un amico che si trovava carcere con cui discusse dei possibili “benefici” di quell’incontro al Sofitel. La telefonata è stata registrata. E l’uomo fa parte di un gruppo di persone  –  forse sarebbe già meglio dire una banda  –  che hanno versato sul conto della povera ragazza madre africana 100 mila dollari in due anni. Depositi che arrivano dalla Georgia, dall’Arizona, dalla Pensylvania e anche da New York. Gli investigatori ipotizzano traffico di droga e riciclaggio di denaro. Ma Ofelia ha mentito su tanti particolari della sua vita privata. Quella che il suo avvocato difensore dipingeva come una musulmana modello è una donna dal passato e probabilmente dal presente a dir poco movimentato. Aveva sostenuto di aver fatto richiesta di asilo per uno strupro subito in Africa: non ce n’è traccia. Aveva sostenuto di avere subito la mutilazione dei genitali: non ce n’è  – fortunatamente  –  traccia. Sono stati gli stessi investigatori ad incontrare gli avvocati di Strauss Kahn per decidere quali passi prendere. Questa mattina alle 11 il destino dell’uomo che puntava alla presidenza della Francia potrebbe avere l’ennesimo  –  e questa volta per lui fortunato  – inaspettato giro. Il giudice potrebbe addirittura considerare di mandare libero Strauss Kahn in attesa del processo. Sono caduti i presupposti di fuga e di reiterazione di un reato tutto da dimostrare. Rimangono i 5 milioni di dollari di assicurazione oltre al milione di “bailout” già concesso. Ma l’intera vicenda getta già una luce negativa sul primo caso portato avanti dal procuratore Cyrus Vance. Il nuovo arrivato  – dopo quarant’anni di regno del mitico Robert Morgenthau – qui si giocava la sua credibilità. E la sua procura è quella che indaga, oltre che sui crimini comuni, anche su quelli di un “quartiere” chiamato Wall Street. Ha proprio ragione l’investigatore che ha confessato che l’inchiesta è un disastro. Anzi per la precisione “a mess”: che in inglese vuol dire anche “un casino”.