Pola, gli istriani chiedono soldi ad Italia ed Austria per il nuovo ospedale

Il futuro ospedale istriano di Pola potrebbe venir costruito con il contributo finanziario italiano e austriaco, qualora il governo croato non decidesse di far fronte ai precisi impegni assunti a proposito del progetto. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Ivan Jakovcic nell’intervallo delle interpellanze, ai lavori dell’Assemblea regionale. Neanche dopo il suo ultimo soggiorno in Istria la premier Kosor è stata chiara, ha spiegato Jakovcic annunciando che se lo stato croato non vuole essere vicino all’Istria, lo sarà qualcun altro. Ha aggiunto di aver già avuto dei contatti con esponenti del governo italiano e con possibili partner austriaci. Il tema centrale dell’assise è stato il progetto Brioni Riviera. A 10 anni dal suo concepimento da parte dello stesso Jakovcic, rimane però ancora in fase di gestazione. L’intenzione lo ricordiamo è quella di fare dell’Istria meridionale una delle destinazioni turistiche più esclusive nel Mediterraneo. In tutto questo tempo si è parlato di investimenti di quasi un miliardo di euro e dell’apertura di migliaia di posti di lavoro. Il progetto però non è mai decollato per tutta una serie di evidenti lacune procedurali più o meno intenzionali (qualcuno parla di porte lasciate intenzionalmente aperte alle speculazioni), sulle quali hanno fatto leva l’opposizione politica e gli ambientalisti. E le forti pressioni in tal senso hanno fatto saltare l’approvazione del Contratto di sviluppo di Brioni riviera nelle zone di Santa Caterina-Monumenti (porto di Pola), Pineta (tra Fasana e Peroi) e l’Idrobase di Pontisella. Su proposta dello stesso Jakovcic messo evidentemente con le spalle al muro, il contratto è stato rimandato al governo con la proposta di correzione e modifiche in alcuni articoli. Ossia non è chiara l’utilità del progetto per le autonomie locali, è stata pianificata la costruzione di alberghi e altre strutture ricettive senza tener conto del piano regolatore, l’onere finanziario per la costruzione delle infrastrutture in funzione del progetto rimane a carico delle autonomie locali o meglio dei cittadini e non degli investitori, e così di seguito. Tra i possibili investitori, alcuni mesi fa si è fatto il nome anche del patron della Formula Uno Bernie Ecclestone che ha mandato proprio a Brioni alcuni suoi uomini di fiducia, ma poi la cosa non ha avuto seguiti. L’interesse dunque c’è, ma evidentemente mancano le sicurezze politiche.