Attentato a don Vattiata, attesa per l’arrivo di don Ciotti. Il parroco invita i mafiosi ad andare via

Don Tonino Vattiata voleva indossare una divisa di poliziotto trent’anni fa perché voleva un mondo più giusto. Poi, don Tonino la sua battaglia ha deciso di farla seguendo la strada del Signore. Indossando sempre una divisa che si rispecchiasse nei suoi occhi azzurri. Con trasparenza e con la passione che, ieri, per chi non l’avesse mai conosciuto ha presentato il suo “distintivo”. Perché don Tonino è rimasto Nino. E la voce non è mancata. Una messa contro la violenza, alla quale la piccola comunità ha voluto partecipare, stringendosi attorno al suo parroco. Con lui anche Libera, l’associazione antiracket che si è tinta di “verde” per lanciare un messaggio di speranza, mentre don Ciotti sarà in città domani. Tutti con la maglietta per ricordare l’appartenenza del parroco e la sfida che la violenza non ha scalfito. Accanto a don Tonino, sull’altare, don Peppino Fiorillo che ha celebrato la messa, e don Sicari e don Florio. Intorno le istituzioni e le forze dell’ordine (presenti fra gli altri il prefetto Latella, il Questore Cucchiara, assente invece il vescovo che sarà a Pannaconi domenica per celebrare la messa). Insieme per ricordare che Pannaconi non è ‘ndrangheta, ma che la ‘ndrangheta c’è e va estirpata.  “Ma non vi vergognate? Cosa pensate di ottenere incendiando l’auto di un parroco? Come potete entrare in chiesa dopo aver fatto cose del genere? Adesso comunque vi è chiaro quale sarà il mio atteggiamento, perché io non mi lascio intimidire”. Da qui, l’invito alla comunità a condividere con lui questo percorso, “perché non sarà un atto incendiario ad allontanarci, io resto qui, dovranno andare via loro. E vi posso garantire che ho la forza per mandarli via e lo farò per il bene del mio paese”. Una forza ribadita dal sindaco Nicola Altieri che ha ricordato come «queste persone non possono stare con noi, perchè noi non siamo un popolo di delinquenti”.