Melfi, la Fiat nega ad un operaio i giorni per preparasi alla maturità

La Fiat nega agli operai l’opportunità di conseguire il diploma di maturità, che potrebbe aprire le porte ad un futuro con prospettive diverse. Lui è un operaio di uno stabilimento dell’area industriale di Melfi, una fabbrica che fa capo direttamente alla Sata. E’ un giovane di Lavello, che tre anni fa ha iniziato il corso serale per studenti lavoratori “Sirio”, presso l’istituto di istruzione superiore “Solimene”. Il ragazzo, però, ha qualcosa da ridire contro l’azienda dove è impiegato, poiché non gli si vogliono concedere i giorni di permesso per prepararsi all’esame. “Il contratto nazionale di lavoro prevede che coloro che abbiano frequentato il triennio della scuola secondaria superiore, possano usufruire di 40 ore di permesso retribuito, cumulabili fino a diventare 120 ore”, racconta l’operaio. “Agli studenti lavoratori – spiega – sono concesse anche agevolazioni sulla frequentazione del turno. L’azienda, se da una parte mi ha assicurato le agevolazioni per i turni, dall’altra mi ha negato le 120 ore di permesso, concedendomi soltanto le giornate per sostenere l’esame. Ritengo – prosegue il ragazzo – che tutto questo sia ingiusto. Come previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, mi toccherebbero 15 giorni di permesso, che mi sarebbero utili per preparare l’esame di Stato. Perché rinunciare ad un periodo di permesso che utilizzerei per studiare? Evidente, per la Fiat e per le altre aziende – dice ancora – il diritto allo studio non esiste. E non mi trovo soltanto io in questa situazione. Nella mia fabbrica c’è un altro collega che si sta preparando per l’esame di maturità, ed al quale vengono negati i giorni di permesso”. Lo studente operaio, dunque, rivolge un appello all’azienda, affinché cambi idea. “Ho iniziato a lavorare nel 2001, a 19 anni, con un contratto di formazione e lavoro – racconta il giovane – ma ho sempre pensato di riprendere gli studi, tanto che tre anni fa ho deciso di iscrivermi al corso Sirio. Adesso che mi accingo a sostenere l’esame di Stato, vorrei rivendicare un mio diritto. Ho deciso di iniziare questa battaglia anche per altri colleghi che in futuro potrebbero trovarsi nella mia stessa situazione. Dopo l’esame di Stato? Se riuscirò a conseguire la maturità – conclude – credo proprio che mi iscriverò all’Università: mi piacerebbe fare Filosofia o Scienze Politiche”.