Manduria, la Puglia scoppia di immigrati

Emergenza in Puglia. Sono novecento gli invasori arrivati alla tendopoli di Manduria in provincia di Taranto. La Protezione Civile ripete che Manduria non è un centro di permanenza ma di transito. O, per essere precisi, di smistamento. Una “Lampedusa 2” che si riempie e si svuota come il più grande mantice dell’emergenza. Millecinquecento due settimane fa. Poi via donne e bambini, sono rimasti in seicento ad aspettare il loro turno per partire. Lo spazio, quindi, per raccoglierne altri novecento sbarcati a Lampedusa c’è. Per cui via alla nuova “giostra”. Arrivo alla base navale di Chiapparo (Mar Grande) quindi trasferimento alla tendopoli di Manduria. Lo sbarco riguarderà circa 900 persone, come detto. Si tornerà, quindi, al tetto di 1500 presenze che tranquillizza tutti. Perché, ricordiamo, su quelle cifra si è attestata, nei giorni formidabili e difficili dell’emergenza tunisina, la “linea del Piave” tracciata dal sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano e dal sindaco di Manduria Paolo Tommasino. I due si dimisero, quando a Manduria il numero di tunisini migranti superò i 3mila e tornarono sui propri passi solo dopo la promessa solenne del presidente del Consiglio, Berlusconi, di stabilizzare a 1550 il numero di «ospiti» della tendopoli. Promessa che, nei fatti, finora è stata mantenuta. Ma alcune criticità restano come ha ricordato ancora ieri, durante la sua visita al campo, l’assessore regionale all’Attuazione del programma Nicola Fratoianni. La tendopoli di Manduria, proprio in quanto centro di simistamento, deve prevedere il più rapido transito possibili degli immigrati richiedenti asilo. Ma i numeri imponenti dell’afflusso rendono davvero problematica la permanenza di due o tre giorni così come si erano prefissati inizialmente la Protezione civile, che ha la supervisione del campo e il gestore Connecting people (la Prefettura di Taranto resta il soggetto attuatore del centro). Via in fretta donne e bambini, comprensibilmente, è la pazienza la vera compagna dei profughi scappati a tutte le guerre, le carestie, le dittature che appestano l’Africa sub sahariana. Entro quindici giorni toccherà anche a loro lasciare la tendopoli verso un futuro, si spera, migliore.