Gioia Tauro, la lenta agonia del Porto

“Il tempo sembra volgere al brutto, perciò non si può stare con le mani in mano”. Parole pesanti come macigni che rendono l’idea dell’allarme sociale a Gioia Tauro per il Porto, il “grande ammalato”. A rilanciarlo il consigliere regionale della Calabria, Pasquale Tripodi , secondo cui ”la Calabria non può permettersi l’indebolimento strutturale di questa che sarebbe dovuta essere, per noi e per l’intero Sud, la porta spalancata sul mondo. Disegni espressamente antimeridionali riguardanti la portualità, calcoli della Mct e una miopia delle classi dirigenti, rendono oggi la realtà portuale di Gioia Tauro a rischio sopravvivenza. C’è, pertanto, da porre in essere, assieme al sindacato, una strategia che salvaguardando i livelli occupazionali ridia ossigeno al porto e lo inserisca nelle strategie nazionali e euromediterranee. Se si vogliono ottenere risultati, la Giunta regionale deve esercitare sul Governo nazionale tutta l’influenza di cui è capace”.