Le verità taciute di Ivano Russo sulla morte di Sara Scazzi
Oltre due ore trascorse dinanzi al sostituto procuratore Mariano Buccoliero e i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria. Convocato come persona informata sui fatti, il 28enne di Avetrana Ivano Russo, suo malgrado, è tornato ad essere protagonista dell’inchiesta sull’omicidio di Sara Scazzi, la 15enne uccisa il 26 agosto 2010. Per il delitto in carcere ci sono Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, indagate per concorso in omicidio volontario, soppressione di cadavere e sequestro di persona. A piede libero, invece, sono indagati per concorso in soppressione di cadavere Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, Carmine Misseri, fratello di Michele, e Mimino Cosma, nipote di Carmine e Michele. Ivano Russo rappresenta secondo l’accusa il movente dell’omicidio, perché il giovane sarebbe stato al centro delle attenzioni di Sabrina e Sara. Il movente è uscito notevolmente rinforzato dall’ultima ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Martino Rosati sulla base del lavoro svolto dai pubblici ministeri e dai carabinieri che sono riusciti a ricostruire l’intenso traffico telefonico intercorso, sotto forma di sms, tra Ivano e Sabrina nei primi 8 mesi del 2010. Un vorticoso scambio di sms dal quale emergono sostanzialmente due fatti: i sentimenti, non corrisposti, che Sabrina provava verso Ivano e i rapporti esistenti in casa Misseri, raccontati proprio da Sabrina negli sms inviati a Ivano. “Non ho niente da nascondere – ha aggiunto Ivano, facendosi largo tra i microfoni – e io ho non ho problemi di alcun tipo, se c’è qualcosa da chiarire, sono a disposizione. Io sono sereno come al solito”. Stando ad alcune indiscrezioni, gli inquirenti avrebbero chiesto ad Ivano lumi sul contenuto di alcuni dei circa 4.500 sms scambiati con Sabrina da gennaio ad agosto del 2010 e recuperati dai Carabinieri del Racis di Roma. Dalla trascrizione degli sms è emersa la natura di un rapporto morboso da parte di Sabrina che, in un primo momento, è stata anche ricambiata dall’amico. Poi lei si è fatta più insistente e lui si è tirato indietro. Dopo aver spinto la relazione oltre l’amicizia, Ivano è tornato sui suoi passi, scrivendo il 12 agosto a Sabrina: “Ma xche ti sei innamorata di me? Se vuoi del sesso va bene, ma io nn mi innamoro”. E il 16 agosto: “Te l’ho detto un milione di volte che per me sei un’amica, ma preferisco mantenere le distanze se solo adesso sono certo ke tu non vuoi solo amicizia”. Secondo il giudice per le indagini preliminari Martino Rosati “in questa altalenante storia d’amore giovanile si incunea la piccola Sara che, come spesso accade alle adolescenti, rimane affascinata da Russo, 12 anni più grande di lei e oggetto del desiderio delle sue compagne di comitiva più grandi”. Sara non ne faceva mistero. Tanto più che il nome di Ivano spesso compare nei suoi diari, contornato da cuoricini. Il 28 luglio la ragazzina scriveva: “Sono molto legata ad una ragazzo di 27 anni, io ne ho solo 15, ma lui è dolcissimo con me e mi coccola sempre. … Piace anche a mia cugina Sabrina”. Quei diari non vengono consegnati subito ai carabinieri e Sabrina in alcuni messaggi inviati ad Ivano, rivendica questa decisione, spiegando al suo amico di averlo fatto per non metterlo nei guai mentre gli inquirenti sospettano invece che la decisione sia stata assunta per evitare di mettere gli inquirenti subito sulla pista della gelosia. “Non mi mettere in questa storia” scrive Ivano a Sabrina ma lei risponde: “Mi ferisci ancora di più a come sto agitata non sto in vena di gusti, i miei zii sono rimasti, meno male che non l’abbiamo portato in caserma (il diario, ndr), altrimenti diventavi un sospettato che già mia zia mi ha chiesto”.