Cagliari, 150 anni dell’Unità d’Italia in bici

Oltre all’anno di nascita, il 1955, li accomuna la grande passione per il ciclismo che li ha portati a dare il via all’iniziativa ribattezzata: “150 anni dell’Unità d’Italia in bici”. Sono cinque ciclisti amatori tutti provenienti dal Trentino, i protagonisti di una campagna celebrativa che si inserisce nei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia e che ieri ha fatto tappa a Cagliari. Ricevuti nel Palazzo Civico dal neo Sindaco, Massimo Zedda, che si è complimentato con loro per l’iniziativa ed ha ricevuto in dono copia della pergamena appositamente creata per celebrare tutte le tappe del giro (l’originale, vidimato in ogni Comune visitato, sarà consegnato al presidente della Repubblica nella tappa romana), i cinque sono apparsi stanchi ma allo stesso tempo entusiasti. A modo loro e senza particolari clamori, Dante, Mariano, Claudio, Luciano e Giuseppe hanno deciso di salire in sella alle loro bici, tutti tranne Giuseppe al quale è toccato il compito di seguire la carovana con un mini van che ha svolto le funzione della classica “Ammiraglia”, e partire lungo tutto il territorio Nazionale. Oltre mille e ottocento i chilometri percorsi sulle due ruote sui totali duemila e trecento, per la comitiva vestita del tricolore che è voluta partire proprio dal Trentino per un motivo storico molto significativo. “Il Trentino – ha spiegato Mariano– è stato annesso all’Italia solo nel 1918, ma noi crediamo che le nostre radici siano nel Risorgimento italiano. Partendo da questa considerazione e puntando sulla nostra amicizia e sulla passione per le due ruote, abbiamo deciso di passare ai fatti realizzando un qualcosa di concreto”. Hanno dato il via alla loro avventura il 25 maggio con il prologo a Bezzeca e sono sbarcati in Sardegna dopo undici tappe durante le quali è successo un po’ di tutto, cose positive, ma anche qualche piccolo incidente di percorso. “Si è creato un grande entusiasmo intorno a noi – ha proseguito Mariano che ha vestito i panni del portavoce – che non ci saremmo mai aspettati. Peccato solo che una banale caduta abbia procurato una lussazione alla clavicola di Luciano. Con questo infortunio non potrà più correre in bici, ma dovrà proseguire sul van, però proprio dopo questo contrattempo ci siamo detti: qui si fa l’Italia o si muore”. Dopo la tappa sarda, la comitiva arriverà a Roma dove sarà ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per poi proseguire con le ultime quattro tappe. Gran finale l’11 giugno a Torino, scelta non a caso, ma come prima Capitale d’Italia, per chiudere in bellezza. Dal giorno successivo, con un grande bagaglio culturale e tanti bei ricordi raccolti in tutto lo Stivale, i cinque amici torneranno alla loro vita normale. C’è chi, come Dante, riprenderà posto dietro la scrivania della banca in cui lavora, mentre Luciano e Giuseppe torneranno alla guida dei loro mezzi di linea. L’artigiano Claudio ricomincerà a lavorare sul suo settore, quello dei pavimenti, mentre Mariano, fisico responsabile delle relazioni internazionali del sistema della ricerca per la Provincia Autonoma del Trentino, riprenderà la sua solita vita. Smaltita la fatica, però, i cinque appassionati potranno programmare la prossima avventura e, intanto, è già allo studio un modo per tentare di raccogliere tutto il materiale ricevuto in dono dalle varie amministrazioni comunali. L’idea è quella di un libro che racconti le loro gesta, in modo da valorizzare quello che è stato un momento celebrativo, ma anche una grande avventura.