Bergamo, visita lampo di Salete Giassi

Stamattina in Provincia l’assessore alla Caccia Pesca e Sport Alessandro Cottini ha ricevuto una delegazione dell’ente Bergamaschi nel mondo composta da Salete Giassi del circolo della città di Criciúma in Brasile, insieme al presidente Santo Locatelli e al direttore Massimo Fabretti. Criciúma è una città industriale e di servizi di circa 186mila abitanti dello stato di Santa Caterina nel sud del Brasile. Il circolo di Criciúma, uno dei cinque attivi in Brasile, svolge intensa attività culturale e sociale. E’ stato costituito circa 20 anni fa e conta più di 300 associati tra bergamaschi e figli di bergamaschi. “Il circolo dei Bergamaschi è oggi presieduto da Solange Scotti, che continua quella tradizione di solidarietà e bergamaschità avviata dal primo presidente Domenico Colombo”, ha spiegato Santo Locatelli. Alessandro Cottini si è detto particolarmente emozionato nell’incontrare una bisnipote diretta di un figlio della Bergamasca, “partito nel tardo ottocento da Pognano per contribuire alla nascita e crescita della comunità orobica in terra brasiliana”. L’assessore Cottini ha consegnato il simbolo della Provincia di Bergamo a Salette Giassi perché possa essere collocato all’interno del santuario dedicato alla madonna di Caravaggio, “significativo del forte legame di questa comunità con la terra di origine”. Da circa tre anni i circoli del Brasile sono diventati un riferimento per i bergamaschi che intendono sviluppare attività imprenditoriale e commerciale nella nazione carioca Brasile. “Tanti ci chiamano per avere consigli e contatti utili – ha precisato Massimo Fabretti -. Siamo diventati una porta d’acceso al mercato brasiliano in continua espansione, dove noi vantiamo emigranti che per la loro professionalità offrono garanzie e qualità”. Esemplificativa la storia dei Giassi. Il capostipite Giovanni Giassi di Pognano fa parte del gruppo di emigranti che partirono tra il 1870 e il 1890 con un contratto d’acquisto di 25 ettari di terra da pagare entro 5 anni. Una enormità se si pensa che allora il contadino bergamasco disponeva in media di soltanto un ettaro di terra da lavorare. Giovanni Giassi salpò nel 1890 da Genova insieme ai sei figli, di cui purtroppo uno morì durante la traversata.