La Spezia, che sia un giugno tricolore

Riceviamo e pubblichiamo il testo dell’orazione del sindaco Massimo Federici alle celebrazioni della Festa della Repubblica. Il primo cittadino ha colto l’occasione per lanciare un appello agli spezzini affinché espongano il tricolore per accogliere il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sarà alla Spezia per la Festa della Marina il prossimo 10 giugno. “Cittadine, concittadini, autorità presenti, Buona Festa della Repubblica a tutti. Saluto tutte le autorità presenti, civili, militari, religiose, le Forze Armate, le Forze di Polizia e i Vigili del Fuoco, tutte le rappresentanze delle associazioni Combattentistiche, d’Arma, del Volontariato. Tutti  coloro che, con il loro lavoro,  hanno reso possibile i festeggiamenti di oggi. Un saluto speciale ai nostri concittadini che tra poco saranno insigniti delle medaglie d’oro concesse dal Presidente della Repubblica a cittadini deportati nei lager nazisti e del diploma di onorificenza dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” .Un saluto di cuore, infine, a tutte le mie concittadine e ai miei concittadini che anche oggi hanno voluto, con la loro presenza, onorare una festa così importante per l’Italia. In questo 150° anniversario dell’unità nazionale ogni momento è stato caratterizzato da una grande e bella presenza popolare. Dalle iniziative più piccole ai momenti più rilevanti, il 17 marzo, il 25 aprile, la nostra comunità  ha dato prova di una passione civile straordinaria che mi rende ancor più orgoglioso di essere il sindaco di questa città. Di una città, La Spezia, che è stata determinante nei momenti cruciali della storia del nostro Paese, a partire proprio da 150 anni fa, e che oggi tiene viva questa sua storia nella civiltà di ogni giorno. Nel suo essere una città capace di curare, custodire con grande attenzione il bene comune, la cosa pubblica, la dignità delle sue istituzioni.Quella che celebriamo oggi è una Festa della Repubblica particolare. E lo è in modo ancor più particolare per La Spezia. E’ il 2 giugno del 150° anniversario dell’unità nazionale. In questo giorno non possiamo non ricordare come la Repubblica, la Costituzione, siano il compimento di un cammino che ebbe il suo potente avvio proprio nel Risorgimento. Quel Risorgimento – tengo a ribadirlo anche oggi – che non fu movimento di poche elite. Ma vide una spinta dal basso straordinaria. Uomini e donne spinti dal sogno di una grande visione per il futuro, dal sogno di  un’Italia  “Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana” .Dignità e Riscatto: sono le parole che legano l’una all’altra i momenti fondativi  della nostra storia nazionale: Risorgimento, Resistenza e Repubblica, Costituzione. Dignità e riscatto. Le aspirazioni per cui, in tutti questi momenti, migliaia di uomini e di donne si misero in gioco, scelsero di mettere le loro vite, le loro energie a servizio del bene comune, a servizio di un grande progetto per il futuro. Con  coraggio, generosità, passione.Da lì è nata la Repubblica Italiana, la nostra Costituzione. E di quel percorso storico e di quell’aspirazione ad un futuro più giusto, libero e degno per tutti la nostra carta fondativa, la nostra bibbia civile (come la ha definita Carlo Azeglio Ciampi) rappresenta la sintesi più alta. La nostra Costituzione con il suo portato programmatico, con la sua indicazione della strada da percorrere per dare corpo a quei principi, a quei valori (portato di quella lunga storia) che in essa trovarono il suggello più alto. Quei valori che ancora oggi devono essere per noi, in primo luogo per chi è impegnato nelle istituzioni, la bussola attraverso cui orientare la propria azione, svolgere, in un tempo così difficile e complesso come il nostro, il proprio dovere a servizio del bene comune, della cosa pubblica,  della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e di tutte le persone presenti nelle nostre  comunità. In questo 2 giugno voglio porgere dunque un grazie di cuore a tutti quei servitori della Repubblica, a tutti quei servitori dello Stato, la magistratura, le forse dell’ordine, le forze armate, che ogni giorno, con il loro impegno quotidiano, custodiscono le nostre istituzioni, le nostre leggi, la nostra Repubblicana, la credibilità e l’autorevolezza del nostro Paese. Dicevo della Costituzione come bussola per adempiere alla responsabilità, al proprio dovere di essere a servizio della cosa pubblica. Ma che cosa vuol dire oggi questo impegno? Come essere fedeli alla missione di servitori della Repubblica. Innanzitutto, l’impegno per il lavoro. La Repubblica italiana (lo dice la nostra Costituzione all’art. 1) è fondata sul lavoro. E’ un impegno attualissimo. E’ una questione cruciale per il nostro Paese, per il nostro territorio. Penso a Fincantieri che vuol dire il futuro di un comparto importantissimo come la cantieristica, che vuole dire quale missione industriale per l’Italia. E penso a chi oggi è più esposto alle conseguenze della crisi e si sente solo in assenza di una politica economica nazionale: gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti. E poi, naturalmente, i precari, i giovani, le donne. quelli che vedono privarsi la possibilità di concorrere al bene del Paese.  Più lavoro, dunque, e più dignità al lavoro, ai lavoratori. Più sicurezza perché non è più accettabile che si continui a morire di lavoro. E poi, lo accennavo, i giovani, le donne. In una parola: il futuro. Il 2 giugno 1946 votarono per la prima volta le donne. Quelle donne che furono protagoniste della Resistenza, così come, 150 anni fa, del Risorgimento. Protagoniste ancora troppo poco valorizzate, conosciute. Protagoniste, pioniere, insieme ai giovani, anche oggi, di quel nuovo spirito repubblicano, di quella rinascita  che sta attraversando il Paese. E che non possono più aspettare di avere l’occasione di contribuire alla ricostruzione civile e materiale dell’Italia. una ricchezza che non possiamo più permetterci il lusso di sprecare. In questo 150° ci troviamo di fronte un Paese in grandi difficoltà. Alla crisi economica si è accompagnato un sistematico scialo dello spirito pubblico che oggi però mostra la corda, che non è riuscito a fiaccare  le risorse civili, repubblicane dell’Italia. Ancora una volta, come in tutti i momenti più duri e bui della nostra storia, gli italiani non si rassegnano. Alzano la testa. Chiedono di guardare avanti, di affrontare i problemi, di ricostruire un progetto per il futuro. E chiedono di farlo con lucidità, risolutezza e pacatezza.   Sono stanchi di essere un Paese arrabbiato, rissoso, ripiegato su se stesso, lacerato. Vogliono tornare a guardare avanti, a sperare, a respirare aria di futuro, di possibilità. E vogliono farlo insieme. Vogliono istituzioni coese, forti, autorevoli che li guidino in questo cammino, in questo nuovo risorgimento. Lasciatemi dire che il merito più grande della tenuta dello spirito pubblico e di questa nuova, bella mobilitazione di energie civili va dato al nostro Presidente della Repubblica, a Giorgio Napolitano. Con il suo infaticabile impegno per le celebrazioni del 150° dell’unita nazionale  ha voluto trasmettere precisamente questo messaggio civile, di amore per la patria e per le sue istituzioni. Per la Repubblica. Così come è suo il merito di aver preservato la credibilità e l’onore del nostro Paese nel consesso internazionale. Il prossimo 10 giugno avremo l’onore di averlo qui, alla Spezia in occasione della Festa della Marina, nel 150° anniversario della sua nascita. Una Festa che siamo onorati si tenga  alla Spezia e che non potrebbe, in questa ricorrenza, non essere celebrata qui, nella città che, con il suo Arsenale, con il suo legame con la Marina Militare, è uno dei luoghi simbolo del processo unitario. Con oggi, dunque, si apre alla Spezia un giugno straordinario, denso di grandi appuntamenti, di importantissime manifestazioni popolari, culturali, solidaristiche. Le Special Olympics, la Festa della Marineria, Liguria da Bere, il Festival del Jazz e i tanti appuntamenti dell’Estate Spezzina.  E innanzitutto la Festa della Marina con il Presidente Napolitano. Faccio appello alla città perché faccia sentire il suo grande abbraccio al Presidente. Gli faccia sentire tutto il calore, la gratitudine, l’affetto che oggi più che mai gli dobbiamo. Esponiamo il tricolore. Nelle scuole, nei negozi, ai balconi e alle finestre. Che sia un giugno tricolore. Una grande , bella , lunga e gioiosa festa popolare. So che la mia città saprà, ancora una volta, dare prova della sua passione civile, di quel  forte e diffuso sentimento di unità nazionale che, in ogni momento della sua storia, ha ispirato un grande e generoso impegno collettivo a servizio del Paese”.