Zio Michele sta bene e torna a via Deledda

Michele Misseri, otto mesi dopo il suo arresto, è tornato a casa. Alle ore 19:15 si ieri sera ha varcato da uomo libero insieme con la figlia Valentina la villetta degli orrori di via Deledda dove secondo gli investigatori sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina hanno ucciso Sara Scazzi. A decidere la scarcerazione è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Taranto, Martino Rosati, che ha accolto le istanze della difesa di Misseri ma anche quella della procura. Misseri resta indagato per l’omicidio di Sara (oltre che per il vilipendio e la soppressione del cadavere) ma secondo la Procura non esistono più i gravi indizi. Da qui il parere positivo alla scarcerazione. Il gip ha accolto la richiesta nel giro di poche ore lasciandogli come unico obbligo quello della firma: dovrà presentarsi ogni pomeriggio alla caserme dei carabinieri per firmare la presenza. Misseri ha trovato casa come l’aveva lasciata, assaltata da fotografi, cameraman e giornalisti oltre a tanti curiosi che si sono lasciati andare anche a qualche applauso quando è sceso dall’auto. Tra gli altri c’erano anche due sorelle e una nipote, che lo hanno visto entrare in casa ma non sono riusciti ad avvicinarlo. Dal carcere era andato a prenderlo la figlia Valentina arrivata da Roma, dove vive, all’alba. La ragazza era stata già nella prima mattinata in carcere a trovare Sabrina insieme con la zia Emma. Nel pomeriggio, a sorpresa, ha ricevuto la telefonata dei carabinieri che le dicevano che Michele era stato scarcerato e che qualcuno avrebbe dovuto andarlo a prendere dal carcere. “È sempre mio padre” ha confessato Valentina agli amici. La ragazza è però convinta della colpevolezza del padre e dell’assoluta innocenza sia di sua madre Cosima sia di sua sorella Sabrina. “In galera – ripete da giorni – ci sono due innocenti ed è assurdo che i magistrati continuino a non credere né a loro né a mio padre che ora sta dicendo tutta la verità”. Le prime casa nella casa di via Deledda non sono stati facili per zio Michele. Ha lo sguardo fisso e un po’ perso, il corpo composto in quella camicia da cowboy di campagna che ormai è diventata il feticcio di questa storia. Guarda dritto e ripete con la voce ferma: “Sono stato io. Ho ucciso io Sara. Hanno liberato un assassino mentre in carcere ci sono due innocenti”. Michele Misseri è seduto nella cucina di casa sua, la stessa dove secondo gli inquirenti è stata uccisa Sara. Frasi ripetute ossessivamente, tanto che qualcuno nella tarda serata di ieri ha chiamato un’ambulanza del 118. Il personale medico ha consigliato una visita specialistica, Misseri nella notte è stato accompagnato all’ospedale di Taranto ma la consulenza ha escluso patologie importanti. Poche ore dopo Misseri è stato riportato nella villa di via Deledda. Pare che le sue condizioni siano buone e che nei suoi confronti non fosse stato emesso il provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio, che sembrava fosse stato assunto dal sindaco di Avetrana per disporre il ricovero in ospedale. Le circostanze che hanno portato al trasporto in ospedale e alle successive dimissioni di Michele Misseri dalla struttura sanitaria sono abbastanza oscure. A quanto si è saputo, al suo ritorno a casa, Misseri avrebbe parlato con qualche giornalista. Poi, secondo il racconto fatto dalla figlia Valentina, interpellata al riguardo, “sono venuti i medici del 118 dicendo di aver ricevuto una chiamata, ma io non ho chiamato nessuno. Michele stava bene – ha aggiunto Valentina – era meravigliato per essere uscito dal carcere e si è sfogato ma stava benissimo”. Valentina ha detto ancora di aver chiesto perché il padre venisse portato via e di aver ricevuto dai medici la risposta che era stato il sindaco di Avetrana a disporre con un’ordinanza il ricovero. “Sta bene”, è il referto con cui poi hanno disposto il riaccompagnamento nella villa di via Deledda.