Le menzogne ed i depistaggi di casa Misseri

La famiglia delle bugie ovvero la famiglia Misseri. I contadini di Avetrana avrebbero mentito su tantissimi aspetti, anche quando dissero che la porta che da casa conduceva al garage era chiusa da anni e bloccata da masserizie. E’ quanto si ricava da un’intercettazione ambientale in carcere del 7 marzo scorso durante un colloquio tra la donna e il marito, Michele Misseri. Lo scrive il gip Rosati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cosima Serrano e sua figlia Sabrina.  “No, da allora non va nes…- dice Michele – non mi sono ferito mai io…a meno che se non ti sei fatta tu quando sei passata…quando hai aperto la porta ti sei fatta male..”. E Cosima replica “…che la porta basta che la spingi che con lo zinnu (contenitore per olio, ndr) sta mantenuta per chiudere”.  Per il gip quei riferimenti non stanno a significare, come ipotizzato dalla Procura, che attraverso quella porta sia stato fatto passare il cadavere di Sara per portarlo in garage, perché riferimenti “troppo generici. Tuttavia – aggiunge il giudice – tale scambio di battute (che i due colloquianti hanno intrattenuto nella convinzione di essere intercettati) dà conferma di un dato: ovvero che quella porta poteva agevolmente essere aperta, ed altresì che, di recente, comunque Cosima l’aveva attraversata”. Due rilievi però, conclude in proposito il giudice, sono incontestabili: il primo è che “i coniugi Misseri, affermando che detta porta non poteva essere aperta e che, pertanto, rimaneva sempre chiusa, hanno mentito”; il secondo è che “la predisposizione di una serie di ostacoli davanti a quella porta, rilevata dai carabinieri all’atto dell’ispezione, era strumentale a creare l’apparenza di un varco inaccessibile”. “Rimane evidente come sia Michele che Cosima hanno mentito su una circostanza straordinariamente decisiva ai fini della ricostruzione della dinamica del delitto che, per intuizione logica, avevamo evidenziato pubblicamente”. Lo dichiarano in una nota gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali di Concetta Scazzi, riferendosi ad un colloquio intercettato in carcere il 7 marzo scorso tra Cosima Serrano e il marito, Michele Misseri, e avente come oggetto la porta che dalla loro casa porta al garage della stessa abitazione. Il contenuto dell’intercettazione è inserito nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip nei confronti di Cosima Serrano e di sua figlia Sabrina. “Subito dopo l’incidente probatorio – sottolineano i legali – maturammo la convinzione che l’omicidio fosse avvenuto in casa, concentrando l’attenzione sulla porticina di vetro che consentiva il passaggio tra il garage e la casa. Per questa ragione facemmo un sopralluogo dove, tra l’altro, rinvenimmo sulla porticina in questione una macchia rossastra. E’ bene ricordare come sia Michele che Cosima hanno sempre dichiarato che quella porta era chiusa da anni e non poteva essere aperta perché‚ sprovvista di serratura”. “Ora la prova della menzogna sul punto – concludono i legali – conferma la bontà della nostra intuizione tale da far crollare quel patto familistico che sin dall’inizio regge la condotta colpevole della famiglia Misseri”.