Cosima Serrano si incastra da sola

La famiglia Misseri, sette mesi dopo, si è riunita per la prima volta, ma in carcere e non più in via Deledda ad Avetrana. La dama nera pugliese, attenta e manipolatrice, si è tradita in più occasioni. Cosima, appena appreso della macchia di sangue rinvenute in casa, si precipita in carcere dal marito. Questo il dialogo che emerge dal verbale che ha “accompagnato” l’arresto.

Cosima: “Va bè, ma quando l’hai chiusa…”

Michele: “No, da allora non va nessuno, non mi sono ferito io…”

Cosima: “Però voglio dire una volta quando…”

Michele: “A meno che se non ti sei fatta tu quando sei passata… Quando hai aperto la porta ti sei fatta male”

Cosima: “Uhm, che la porta basta che la spingi con lo zinnu, sta mantenuta per chiudere”

Cosima doveva essere sotto pressione, tant’è che nello stesso colloquio, è il 7 marzo, si lascia andare a uno sfogo. “Sarebbe stato meglio – dice in dialetto salentino – che un fulmine fosse caduto sulla casa ed avesse fulminato tutti noi quel giorno, prima dell’arrivo della ragazza”. Uno sfogo simile aveva avuto prima della confessione Michele, mentre era solo in auto: “Mi dispiace per la mia famiglia… io adesso li scoprirò”. Secondo il gip gli incontri tra Cosima e Michele in carcere erano dettati da un solo obiettivo: la donna voleva fare pressioni sul marito perché scagionasse Sabrina. “Più che ad un colloquio tra colui che ha assassinato una bambina senza motivo e la sua disperata moglie – scrive il gip – pare di assistere ad un controesame di un tenace avvocato difensore che bene ha studiato gli atti, che contesta al dichiarante le sue precedenti affermazioni, facendo appello alle registrazioni dei verbali”.