Yara, al via il lutto dell’Italia

Il Funerale di Yara Gambirasio

Sono iniziate le cerimonie per i funerali di Yara Gambirasio, con l’allestimento della camera ardente. La comunità di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, insieme all’Italia intera si stringono intorno alla famiglia della tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere il 26 febbraio 2011. La salma della ginnasta è stata restituita alla famiglia, che da tempo attendeva che l’autorità giudiziaria desse il nulla osta per le esequie. Ora che gli esami autoptici sono stati completati (rimangono quelli di laboratorio, i cui esiti, prorogati di 30 giorni, sono attesi per la fine di giugno), la salma della tredicenne è potuta tornare con mamma e papà nella sua città natale. La camera ardente sarà aperta dalle ore 08:00 alle ore 20:00 di oggi e domani, in attesa del funerale di sabato mattina, fissato alle ore 11:00 nel palazzetto dello sport di Brembate, lo stesso luogo in cui Yara è stata vista per l’ultima volta. “L’hanno riavuta, quello che conta è che mamma e papà l’hanno riavuta” ha detto il sindaco di Brembate di Sopra, Diego Locatelli. Il parroco, don Corinno, ha invece proferito parole di redenzione: “Quello che le è successo è accaduto per farci diventare più buoni. Se questo non accade, Yara non vince…”. Intanto si prosegue a confrontare il dna trovato e ritenuto “utile” con il maggior numero di persone possibili, estendendo sempre più il cerchio degli accertamenti (che ormai hanno fatto superare i duemila test) e contemporaneamente si prosegue anche nella campionatura dei reperti, e in particolare dei vestiti, per i quali, però, la pm è lapidaria: “Ci vorranno ancora mesi”. Pm e investigatori hanno invece smentito un’ipotesi uscita su un quotidiano circa l’isolamento di una nuova traccia dall’apparecchio ortodontico della ragazzina. Forse qualche elemento decisivo potrà giungere il 28 di giugno, quando la dottoressa Cristina Cattaneo consegnerà la relazione tecnica all’autorità giudiziaria. Il ritorno di Yara non ha però esentato da polemiche, con la sommessa ma ferma indignazione dei volontari della Protezione civile alla richiesta di non presentarsi in divisa al funerale, per paura di contestazioni. E, ancora una volta, per le forze dell’ordine.