Roma, il volto razzista di Gianni Alemanno

Roma braccialetti ai commercianti

Braccialetti per identificare i commercianti abusivi a Roma. E’ l’ultima “trovata” del sindaco Gianni Alemanno, iniziativa che ha fatto scatenare inevitabilmente le polemiche. Per Andrea Alzetta, capogruppo di Roma in Action in consiglio comunale, i braccialetti sono “una trovata di pura propaganda nazista anni 30, è solo questo l’idea di mettere i bracciali identificativi ai venditori abusivi. Parlando seriamente, qualora fosse possibile, vorrei sapere quale norma giuridica consente di mettere collare e guinzaglio  a chi commette un atto amministrativo. L’assessorato allo Politiche sociali farebbe bene a riconoscere e dichiarare il fallimento della sua gestione piuttosto che scimmiottare Tex Willer, e rendersi conto che Roma è una città dall’emergenza sociale altissima che non inizia dai venditori abusivi, ma dal basso reddito, dall’emergenza abitativa, dalla precarietà lavorativa”. Per Fabio Alberti, portavoce romano della Federazione della Sinistra, “l’immagine di 64 persone etichettate come merci avariate durante il rastrellamento operato dai vigili urbani del primo gruppo a piazza di Spagna desta stupore ed indignazione. E’ un segno dell’ordinario razzismo che pervade questa amministrazione. Non vi sono spiegazioni tecniche accettabili e sicuramente il braccialetto non sarebbe stato apposto se si fosse trattato di una retata contro “padroni in doppiopetto” che utilizzano lavoro nero. La violazione della dignità e dei diritti umani di queste persone è palese”. Durissima la Cgil con il segretario del Lazio Claudio Di Berardino: “Se quanto apprendiamo dalla stampa sui braccialetti messi ad alcuni immigrati fermati a Roma fosse vero, ci troveremmo di fronte ad un grave “esperimento”. E’ un’immagine che rievoca rastrellamenti che non fanno onore alla storia di una città aperta come la nostra”. Ribatte il comandante dei vigili Angelo Giuliani: “Respingiamo al mittente il tentativo di strumentalizzare la vicenda del cosiddetto braccialetto. Nessun venditore abusivo è mai stato identificato con questo mezzo che, quindi, contrariamente a quanto alcuni cercano di affermare, non è un mezzo di identificazione della persona. Si tratta, invece, di un semplice tagliando che, emesso a tutela dello stesso venditore abusivo, prima delle procedure per l’identificazione personale, abbina la merce sequestrata al soggetto fermato da identificare. Si precisa che tutti venditori abusivi fermati, dopo le opportune spiegazioni, hanno volontariamente aderito a questa pratica a loro tutela e garanzia”.