Cinisello Balsamo, il serial killer delle prostitute lombarde

Cinisello Balsamo, il mistero del killer “sadico” approda in Brianza. Una donna è stata trovata cadavere, incaprettata e con segni di sevizie, in un box trasformato in una sorta di “stanza delle torture”. Si tratta di una 23enne romena. Il corpo presenterebbe segni di strangolamento e non di lesioni da arma da taglio: lo strangolamento potrebbe essere stato provocato proprio dal modo in cui è stata legata. Il decesso risale ad un paio di giorni prima del ritrovamento: sarà l’autopsia disposta dal Pm Franca Macchia a spiegare le cause esatte della morte. I carabinieri del Gruppo di Monza sono impegnati, in particolare, a vagliare l’ipotesi che la donna sia rimasta vittima di un serial killer. E’ stato fermato un uomo, Antonio Giordano, di 44 anni, il proprietario del box in vicolo Villa Rachele: un muratore separato e con due figli, che in precedenza viveva lì e che dopo la separazione era tornato a casa della madre a Sesto San Giovanni. Forse per questo aveva arredato il box della vecchia casa come un monolocale insonorizzato, dove riceveva le prostitute. L’uomo non avrebbe ammesso di essere l’autore dell’omicidio, ma su quanto da lui detto gli inquirenti oppongono uno stretto riserbo. La convalida del fermo, anche per gli importanti rilievi scientifici in corso, potrebbe scattare lunedì prossimo. I carabinieri stanno conducendo attente investigazioni scientifiche nel box del ritrovamento, che è stato isolato e ora è al setaccio. Da alcune indiscrezioni, sembrerebbe che alcuni particolari sul tipo di sevizie e sulle modalità dell’uccisione potrebbero sostenere l’ipotesi che non si tratti di un crimine isolato. L’inchiesta è nata dalla denuncia di una prostituta ghanese, aggredita sabato scorso intorno a mezzanotte. E’ stata questa coraggiosa ragazza, che è riuscita a fuggire, ad accompagnare i militari fino a quel complesso di box sotterranei. All’interno del box, insonorizzato, c’erano un letto, alcuni mobili, una tv con videocassette pornografiche e sul pavimento il corpo della vittima. Gli investigatori dell’Arma stanno quindi compiendo accertamenti nell’ambiente della prostituzione, ma appare oggettivamente difficile discriminare tra lucciole sparite dalla circolazione perché, magari, irregolari, o per le dinamiche dello sfruttamento, e quelle che potrebbero invece essere state aggredite. Sul territorio di Monza, comunque, non risulterebbero recenti omicidi con sevizie analoghi. Sul caso è stato allertato anche il Ris, che si è coordinato con il Gruppo di Monza, che sta autonomamente eseguendo i rilievi per via dell’alta specializzazione del Nucleo Investigativo. Fatti analoghi furono registrati nel 2007 a Monterone, nel lecchese, con l’uccisione di due prostitute romene, legate e gettate in un bosco.