Cagliari, spira forte il vento di Zedda

C’è preoccupazione a Cagliari nel quartier generale di Massimo Fantola, candidato del centrodestra, in ballottaggio per la poltrona di sindaco del capoluogo sardo. L’Isola si avvicina al ballottaggio di domenica e lunedì in un clima di attesa silenzioso, appena interrotto dal vociare delle squadre di volontari dei due candidati a sindaco, che spesso s’incontrano e si guardano in cagnesco durante i volantinaggi nei mercati cittadini e nel “porta a porta”, alla ricerca dell’ultimo indeciso. C’è una novità assoluta che preoccupa gli uomini di Berlusconi: Cagliari ha scelto di non affidarsi sin dal primo turno al centrodestra, come invece aveva fatto nell’ultimo quindicennio. Il grande favorito della vigilia, Massimo Fantola, è stato tradito dal voto disgiunto: le liste della sua coalizione di centrodestra (allargata alle realtà isolane dei Riformatori e dei sardisti) hanno confermato il 53 per cento delle precedenti consultazioni ma lui non è riuscito nemmeno a raggiungere il 45. Tanto che ha preso 500 voti in meno del suo giovane avversario, il vendoliano Massimo Zedda, un consigliere comunale e regionale di 35 anni che è stato capace di conquistare sette punti percentuali in più rispetto alla sua alleanza, ferma a un poco lusinghiero 38 per cento. Da Roma sono frettolosamente rientrati i deputati Mauro Pili e Salvatore Cicu, che si è personalmente occupato di assestare un paio di randellate mediatiche all’ex ministro degli Esteri D’Alema, arrivato in città a sostenere il giovane Zedda. Dal canto suo, l’esponente di Sel ha mantenuto l’atteggiamento di sempre, quasi distaccato: nessuna particolare esaltazione, grande capacità di mobilitazione dei suoi e neppure un colpo d’ala dal punto di vista della comunicazione. Anzi, sembra quasi che il low profile sia il suo vero punto di forza. Ai compagni che lo invitano ad alzare i toni nei confronti dell’avversario nemmeno risponde, così come a chi lo accusa di non aver preso le distanze dagli insulti rivolti a Fantola dai partecipanti ad un paio di manifestazioni di sinistra. Non si è sottratto dal dare la sua solidarietà quando qualche buontempone ha spedito una pallottola in busta chiusa al leader del centrodestra e continua a mantenere la linea rassicurante che, almeno al primo turno, gli ha assicurato il voto di qualche moderato, deciso a regalare alla città una svolta fino a qualche mese fa inaspettata. Chi sta seguendo la campagna elettorale da vicino giura di averlo visto perdere la pazienza una sola volta, quando gli avversari politici hanno evocato lo spettro dell’anatra zoppa. La possibilità, cioè, di dover coabitare (in caso di vittoria) con un consiglio comunale con maggioranza di centrodestra, visto il 53 per cento conquistato al primo turno dalla coalizione di Fantola. Un’ipotesi che Zedda non accetta nemmeno di prendere in considerazione, forte di una sentenza del Consiglio di Stato che stabilirebbe il principio che il premio di maggioranza vada comunque assegnato al vincitore del ballottaggio. Il conto alla rovescia è iniziato e l’allarme rosso che suona in casa del centrodestra non accenna a spegnersi. Bisognerà capire se Cagliari ha davvero voglia di una svolta. O se il segnale lanciato al primo turno è destinato a restare una cocente illusione per i tifosi del centrosinistra.