Trieste, Bandelli opta per la scheda bianca

“Da questo quadro, comunque finiscano le elezioni, nasce con forza l’esigenza di restituire al centrodestra cittadino un nuovo ruolo e un profondo rinnovamento, che parta da un ricambio radicale della sua classe dirigente. Si tratta di restituire credibilità ad uno schieramento che ha perso il consenso e l’appoggio di un elettorato che si è chiaramente allontanato e che deve essere coinvolto in un processo di rinnovamento della politica locale. Si tratta di iniziare  a costruire un centrodestra a livello regionale che possa vincere la prossime regionali, aggregando e non disgregando un nuovo gruppo dirigente responsabile. In questa prospettiva Antonione potrà essere parte di questo percorso, se saprà svincolarsi dalle logiche che hanno governato fin qui il PdL triestino. Si chiude una fase. Non sempre una meta è lì per essere raggiunta, spesso è solo un’indicazione per una nuova strada”. Così Franco Bandelli al giornale spiega il mancato apparentamento al ballottaggio di domenica e lunedì prossimi con il candidato piediellino alla poltrona di sindaco. “Il dialogo avuto in questi tre giorni con Antonione – precisa – si è mosso esclusivamente sul piano programmatico su cui avevamo ricercato una possibile convergenza. In tal senso le richieste sono state orientate a ricercare un impegno su temi che consideriamo prioritari per la città: sanità, rilancio economico, politiche sociali, opera infrastrutturali, portualità e collegamenti. Siamo poi convinti, che tra i molti dibattiti aperti in questa campagna elettorale, risulti meritevole di particolare attenzione, quello riguardante l’assetto istituzionale degli enti locali, che anche alla luce della riforma federalista dello stato dovrà essere affrontato della legislazione regionale per creare le condizioni che rendano Trieste un territorio capace di rapportarsi con gli altri livelli di governo nazionali e comunitari”. Per Bandelli, esponente della civica Un’Altra Trieste, che ha ottenuto un lusinghiero 11%, “la risposta, comunque tardiva e parziale giunta questa mattina da parte della Regione sugli impegni per la sanità triestina e le sue strutture ospedaliere, nonché le crisi esplose in questi giorni – Sertubi, Alcatel, Cooperativa Primvera – segnalano inequivocabilmente le ragioni delle priorità che avevamo segnalato. Da mesi infatti, sia all’interno dell’assemblea regionale, sia nelle nostre manifestazioni abbiamo evidenziato ciò che ritenevamo urgente per Trieste. Alla luce della mancanza di volontà espressa dai dirigenti provinciali della coalizione che ha sostenuto Antonione al primo turno, di assumere precise responsabilità di governo su questi temi, non abbiamo ritenuto vi fossero le condizioni minime richieste per l’apparentamento”. Bandelli al giornale si affretta a precisare che non darà alcun sostegno al centrosinistra. “Si conferma una volta di più, a smentire e allo stesso tempo tranquillizzare quanti ipotizzino o temano aiuti indiretti al centrosinistra, che con il Pd e le forze che sostengono Cosolini, esiste un’inconciliabile distanza ideologica e l’impossibilità pertanto di poter orientare su di lui il nostro sostegno. La responsabilità di questo scenario e dell’esito pressoché scontato delle elezioni non ricadono sul candidato sindaco Antonione che, al contrario, ha manifestato ampia disponibilità al confronto, bensì su una coalizione che non ha offerto le garanzie istituzionali e politiche necessarie per dare senso a tale disponibilità. Da un lato infatti la preclusione al dialogo imposta dalla lista del sindaco uscente, protrattasi fino alla sera di sabato, dall’altro l’assenza di qualsivoglia impegno concreto da parte di altri rappresentanti politici hanno impedito il ricompattamento delle forze di centrodestra al ballottaggio”. Il leader di Un’Altra Trieste chiude la sua dichiarazione rilevando che “contrariamente a quanto qualcuno ha ipotizzato, non ci sarà nessun invito a recarsi al mare, ma nel rispetto dell’esercizio del diritto dovere di votare, inviteremo i cittadini e nostri elettori, a recarsi alle urne e lasciare la scheda bianca, perché il cambiamento non può essere rappresentato dalle forze politiche che sostengono i due candidati del ballottaggio”.