Rizziconi, incuria dei palazzi nobiliari

La crisi economica abbinata alla non curanza del proprio patrimonio porta a dimenticare i “goielli” del proprio territorio. Accade ovunque. Accade anche a Rizziconi nella Piana di Gioia Tauro dove Palazzo Cordopatri, la più antica abitazione presente nel territorio comunale, è stata danneggiata dall’alluvione dello scorso novembre, è stata lasciata “marcire” e poi abbattuta. La dimora ha un significato particolare per il centro reggino in quanto apparteneva a Riccio Cordopatri, un nobile napoletano appartenente alla famiglia dei Capace, che cambiò il proprio nome per sfuggire agli Angioini, rifugiandosi nella provincia reggina e fondando l’attuale Rizziconi dove creò una fiorente coltivazione di grandi conifere, dalle quali si pensa abbia preso nome il paese (Rizzi, da Riccio, Coni, dalle conifere). Il palazzo ha resistito per secoli e da buona sentinella ha visto mutare profondamente il suo paese, nella struttura e nella demografia pur mantenendo le sue tradizioni, come l’Affruntata che per secoli ha fatto inchinare le mistiche statue al cospetto della nobile struttura. Palazzo Cordopatri, però, non è stato preservato come avrebbe dovuto. L’edificio era, infatti, di proprietà di privati che lo hanno lasciato alla deriva e alla rovina. Considerate le condizioni irrecuperabili, nei mesi scorsi si è dovuto procedere all’abbattimento per salvaguardare la sicurezza dei cittadini di Rizziconi. Oggi di Palazzo Cordopatri non rimane che un grande spazio vuoto e il ricordo, un ricordo però che non valorizza l’importanza che esso avrebbe dovuto assumere per il paese.