Perugia, non penalizzare la mobilità

Rifondazione comunista di Perugia, a sei mesi dalla costituzione di Umbria Mobilità, continua a valutare positivamente il percorso che è stato intrapreso sulle politiche del trasporto pubblico locale regionale. Soprattutto grazie al carattere pubblico della gestione e a relazioni sindacali che devono essere sempre corrette, si possono ottimizzare le risorse e potenziare l’offerta complessiva del servizio. “Su queste premesse, rispetto alla discussione in atto sull’affidamento esterno di alcune funzioni – osserva in una nota Enrico Flamini, segretario perugino del Prc – pensiamo però che le officine interne dell’Apm rappresentino non solo un fiore all’occhiello per l’azienda, ma che siano anche capaci, come dimostrato nel tempo, di conseguire razionalizzazioni e risparmi sia per tutelare gli attuali livelli occupazionali, sia per valorizzare le professionalità acquisite dalle maestranze. Nell’interesse esclusivo dell’azienda. Ma su questo aspetto siamo certi che le organizzazioni sindacali sapranno vigilare attentamente, così come sul fatto che i risparmi non si otterranno ancora una volta sulle spalle dei lavoratori. Pensiamo insomma che l’avvio dell’Azienda Unica possa continuare a rappresentare un’occasione di crescita economica e sociale per l’intera regione rispetto al trasporto pubblico, ma, appunto, in un’ottica di solidarietà generale, in cui il territorio di Perugia non continui a sopportare da solo l’intero peso delle razionalizzazioni. Territorio, quello perugino, che a partire dal Comune e dalla Provincia ha già ampiamente messo a disposizione risorse e sacrifici. In questo senso non sono più rinviabili il biglietto unico regionale e il processo di riorganizzazione degli uffici. Questa è la strada da percorrere non solo per una nuova fase del trasporto pubblico, ma anche per far diventare Umbria Mobilità un’azienda davvero regionale”.