Madrid, ritornano i popolari al potere

Quasi 35 milioni di elettori sono stati chiamati al voto per il rinnovo di oltre 8 mila sindaci, 68.400 consiglieri municipali e 824 deputati regionali spagnoli. Una consultazione locale “marchiata” dai temi nazionali: crisi economica, disoccupazione e protesta degli “indignados”, i giovani accampati a Puerta del Sol a Madrid e in altre piazze del Paese che denunciano il sistema politico dominato dai grandi partiti e reclamano una maggiore giustizia sociale. Il voto per le regionali e le amministrative in Spagna assegna una dura sconfitta al Partito socialista (Psoe) del premier José Luis Zapatero (che ha annunciato che non si ripresenterà alle politiche del 2012). I socialisti sono scesi al 28,22%, mentre il Partido Popular (Pp) di Mariano Rajoy è al 36,25%. I socialisti hanno perso inoltre il Comune di Barcellona, che controllavano dal 1979, nei confronti dei catalani di Convergencia i Unio che aumentano di 14-16 seggi i 41 che avevano, e quello di Siviglia dove vince il Pp. Tracollo socialista con la perdita di grandi feudi tradizionali, come le regioni di Castiglia La Mancia ed Estremadura ed i Comuni di Barcellona e Siviglia. In Spagna si è votato per le regionali in tredici regioni, con l’esclusione di Catalogna, Paesi Baschi, Galizia e Andalusia.