Napoli, i farmaci intelligenti ed efficaci

Dalla Campania viene portata avanti la campagna a favore dei farmaci “intelligenti” che riescono a trattare patologie tumorali, oculari (come retinopatia diabetica, retinopatia del nato prematuro, degenerazione della macula) e autoimmuni (artrite reumatoide e psoriasi), bloccando in modo selettivo il meccanismo molecolare della crescita anomala e incontrollata di nuovi vasi sanguigni, chiamato angiogenesi, senza attaccare in alcun modo quelli preesistenti. È quanto emerge dai risultati della ricerca “Genetic and pharmacological inactivation of cannabinoid Cb1 receptor inhibits angiogenesis” svolta presso i laboratori dell’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche Ieos Cnr di Napoli e del dipartimento di Scienze farmaceutiche e biomediche dell’Università di Salerno, con la collaborazione dell’Università di Siena e dell’Università del New Mexico di Albuquerque (Usa). Lo studio è stato pubblicato su Blood, giornale dell’American Society of Hematology. “Questi farmaci riescono a bloccare la crescita patologica di nuovi vasi sanguigni in modo mirato – spiega Chiara Laezza dell’Ieos Cnr di Napoli – agendo sul principale recettore dei cannabinoidi Cb1, coinvolto nella regolazione della proliferazione cellulare e quindi dell’angiogenesi”. Per confermare questa ipotesi, “il passo successivo è stato quello di bloccare il recettore Cb1, spegnendone il gene o impedendo il suo funzionamento mediante un farmaco antagonista, per vederne così gli effetti sulle varie tappe del processo angiogenetico in vitro e in modelli sperimentali animali”. “Negli ultimi 15 anni – aggiunge prosegue Maurizio Bifulco della facoltà di Farmacia dell’Università di Salerno, coordinatore dello studio – sono stati sintetizzati diversi farmaci, come il Rimonabant, in grado di bloccare tale recettore, già sperimentati in trials clinici per combattere l’obesità, ma tolti dal commercio per problemi a livello del sistema nervoso centrale”. “Grazie a questo studio è stato possibile, attraverso la somministrazione del Rimonabant, prevenire il processo di angiogenesi atipica, bloccando proprio il recettore ed evitando il rischio di effetti collaterali – chiosa Bifulco – e la ricerca dischiude quindi la possibilità di ‘recuperare’ quei farmaci per poterli utilizzare a favore di terapie mirate”.