Gioia Tauro, per il Porto obiettivo rinnovare

La crisi del porto di Gioia Tauro è stata al centro dell’odierna riunione del Comitato portuale straordinario convocato dal presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro Giovanni Grimaldi: “L’incontro di oggi  – ha detto Grimaldi – è stato importante per fare il punto sul particolare momento che sta attraversando il nostro scalo, dopo aver ricevuto la notizia che la Maersk lascerà Gioia Tauro, per servirla solo con un feeder in collegamento da Genova. I porti di transhipment stanno subendo una chiara trasformazione, per questo bisogna valutare nuove iniziative per far sì che non vengano più aggrediti dai porti del Nord Africa. Che sono più convenienti delle realtà portuali europee. Del resto, si tratta di un problema che non è solo italiano ma che coinvolge tutta l’Europa. Non a caso la Spagna sta vivendo una condizione simile alla nostra. E’ necessario, quindi, che il Comitato Portuale, la Regione e il Governo facciano massa critica per affrontare una crisi che, ormai, è diventata strutturale. Rispetto alla quale non si può pensare di risolverla solo attraverso le risorse dell’Autorità Portuale”.  Per Salvatore La Rocca  della Filt Cgil “la riunione di oggi nasce da una precedente richiesta avanzata dalla Cgil e accolta, pienamente, dal presidente Grimaldi e dal vicepresidente Stasi. L’incontro odierno, però, ci ha posti di fronte ad un ulteriore macigno rappresentato dalla comunicazione ufficiale dell’abbandono di Maersk. Si tratta di una fuga che mette a repentaglio circa il 35% degli esuberi diretti, con effetti devastanti sull’indotto. Abbiamo chiesto impegni precisi a tutti perché il sindacato può confrontarsi e condividere obiettivi con i terminalisti e con la Regione purché ci sia un piano condiviso di ripresa. A tale proposito la vicepresidente Stasi ha dato disponibilità immediata per un incontro con la Mct e subito dopo con le parti sociali. Allo stesso tempo abbiamo chiesto una riunione con il Governo perché è necessario avere l’attenzione, oltre che dell’Ente regionale, anche di quello nazionale. E’ chiaro, quindi, che se non dovessero esserci interventi seri per uscire da questa fase il porto di Gioia Tauro non avrà un futuro”. Antonio Sigilli della Fit Cisl a margine della riunione odierna commenta così: “Non vogliamo puntare il dito contro nessuno ma manifestare la nostra profonda preoccupazione e chiedere aiuto a tutti i soggetti preposti per risollevare le sorti di questo porto. Siamo consapevoli che ognuno di noi è attore della crescita dello scalo e nessuno può farsi da parte. Tutti insieme dobbiamo giocare questa partita per garantire la ripresa di Gioia Tauro che non può essere collegata solo al porto di transhipment. Bisogna puntare al retro porto affinché si possano aprire i contenitori e lavorare la merce. In caso contrario per Gioia Turo non c’è futuro. Questo non è più il porto di 15 anni fa quando bastava spostare i container per essere al centro del settore. Lo scalo ha troppi concorrenti a basso costo che non permettono a Mct di essere competitiva. Con il nuovo amministratore delegato, Domenico Bagalà, che ieri ci ha convocati, stiamo lavorando su una linea di crescita puntata sulla logistica. E’ chiaro, infatti, che senza logistica e retro porto, Gioia Tauro non avrà futuro in quanto il solo trashipment porterebbe alla chiusura dello scalo. Bisogna, quindi, lavorare insieme per creare  una nuova idea di porto per il bene dell’intera area territoriale”. Per Daniele Caratozzolo del Sul “finalmente pare che si stia passando alla fase operativa. In settimana ci sarà un incontro tra Regione ed Mct e successivamente con le parti sociali. Bisogna passare dalla teoria alla pratica per capire cosa serve a far decollare non il terminalista ma il porto di Gioia Tauro e, quindi, anche il retro porto e tutte le attività collegate: logistica – retro porto – gateway ferroviario – import ed export. In questo momento difficile per la Mct, la Maersk lascia ufficialmente, entro metà luglio, il porto di Gioia Tauro. Che, in poche parole, significa diminuzione dei movimenti e quindi esuberi del personale. Su questo bisogna ragionare insieme per non arrivare a cose spiacevoli. Abbiamo una fase aperta di discussione sugli ammortizzatori sociali ma se dovessimo arrivare ai licenziamenti opporremo un muro. Credo bisogna mettere al centro solo i lavoratori e le aziende. A tale proposito, quindi, se il porto deve aprirsi a nuovi terminalisti bisogna trovare nuovi spazi da offrire, in modo da poter così spostare il personale da una parte all’altra”. A completare il quadro delle reazioni sindacali Gaetano Francesco della Ugl Trasporti che ritiene come “con oggi inizia una dura prova per il porto di Gioia Tauro in quanto, in seguito all’annuncio dell’abbandono definitivo di Maersk, si rischia di aprire scenari duri. Noi siamo molto preoccupati per il futuro di questo porto. Nell’incontro odierno abbiamo chiesto alla vicepresidente Antonella Stasi chiari impegni per far sì che il nostro scalo portuale ritorni agli ottimi risultati di un tempo, quando era il leader dei traffici internazionali del Mediterraneo. E’ ovvio che servono nuove strategie e risorse per trovare nuovi possibili potenziali clienti. Ed è naturale che la logistica darebbe una bella boccata d’ossigeno per andare avanti. Credo nelle istituzione  e nel presidente dell’Autorità Portuale che riuscirà a creare sinergia con la Regione per trovare le giuste prerogative con l’obiettivo di raggiungere risultati a favore dei lavoratori”.