Il Governo è senza maggioranza alla Camera

Carceri e bombe a grappolo. Argomenti e temi che non hanno nulla a che vedere tra di loro tranne il fatto che il Governo alla Camera dei Deputati nella prima seduta post amministrative è stato battuto ben cinque volte sui documenti presentati da FLI, dal Pd e da Idv su cui aveva espresso parere negativo e che invece sono stati approvati dall’assemblea di Montecitorio e sulla premessa del documento di maggioranza, su cui c’era parere favorevole. La mozione presentata da FLI, su cui il Governo aveva espresso parere contrario, è passata con 254 no e 264 sì. Quindi, nuovo flop su un ordine del giorno del deputato dell’Idv Augusto Di Stanislao sulla ratifica della Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo. Fatali alla maggioranza le assenze di deputati del PdL e dei membri del governo (presenti solo una decina tra ministri e sottosegretari). Ma sono soprattutto i Responsabili “delusi” ad incidere in negativo. E’ proprio tra le file del gruppo nato a sostegno del governo Berlusconi che si registrano le assenze più evidenti: ben 12 su 29, tra cui spiccano quelle di Francesco Pionati e Maria Grazia Siliquini, ancora in attesa della nomina a sottosegretari. C’e “chi è impegnato ancora in campagna elettorale e chi è influenzato. Sta circolando un virus…” scherza in Transatlantico Domenico Scilipoti. Non pervenuti a Montecitorio anche il neoministro Saverio Romano, il segretario nazionale di Noi Sud Arturo Iannacone (“problemi di parcheggio”, giustifica una nota dei Responsabili), il neo-consigliere per lo Sviluppo Massimo Calearo, Luca Barbareschi ed Italo Tanoni. Non hanno partecipato al voto anche 16 deputati del PdL, tra i quali il vice capogruppo Massimo Corsaro ed il plenipotenziario campano Nicola Cosentino, Claudio Scajola (impegnato con Berlusconi a Palazzo Grazioli), il coordinatore nazionale Denis Verdini. Due le assenze nell’Mpa, altrettante nella Lega Nord. Il capogruppo PdL alla Camera, Fabrizio Cicchitto, prova a minimizzare (“assenze occasionali, derivate dall’orario, dai tempi, dalla campagna elettorale”), ma nei numeri la maggioranza non c’è. Ma non c’è solo il peso politico della sconfitta in aula. Le mozioni approvate a Montecitorio impongono al Governo una serie di impegni non trascurabili. Tra questi, “ad assumere iniziative volte ad adeguare, in vista dei prossimi provvedimenti finanziari, la spesa pro capite per detenuto, prevedendo, rispetto alla base del 2007, una riduzione non superiore a quella media relativa al comparto Ministeri. E ancora, a predisporre sul piano normativo un complesso di riforme, dalla depenalizzazione dei reati minori, ad una più ampia e più certa accessibilità delle misure alternative alla detenzione, dalla definizione di parametri più accessibili per la conversione delle pene detentive in pene pecuniarie, ad una più severa limitazione del ricorso alla custodia cautelare in carcere, che avrebbero, nel complesso, un effetto strutturalmente deflattivo, concorrendo a migliorare le condizioni di detenzione e a rendere servibili quegli strumenti di trattamento che perseguono le finalità rieducative costituzionalmente connesse alla pena.