Ballottaggio a Milano e Napoli

Piero Fassino e Virginio Merola sono i nuovi sindaci di Torino e di Bologna, eletti al primo turno, il primo con un margine di scarto consistente ed il secondo per un soffio. L’ex leader Pd raccoglie la “pesante” eredità di Sergio Chiamparino e di una Torino in profonda trasformazione. Merola dal canto suo è chiamato a “rifondare” il centrosinistra che in Emilia Romagna da sempre ha avuto un cuore pulsante ed un serbatoio di voti non indifferente. Delle quattro grandi città al voto il dato più interessante è quello di Milano, la “patria” di Silvio Berlusconi. Il Premier che ha messo la faccia per Letizia Moratti ne esce con le ossa rotte. Giuliano Pisapia, il Vendola lombardo, sfiora la vittoria al primo turno conquistando il 48,5% dei voti. La Moratti perde su tutta la linea, rea anche la Lega Nord che, fiutato l’odore della sconfitta, ha mollato innegabilmente la presa. Inconsistente il Terzo Polo, per molti versi insignificante. Bene, invece, i grillini. Fra quindici giorni un’altra partita, i supplementari. Per Pisapia basterà un pareggio, ovvero far lievitare di poco le preferenze. Per la Moratti necessiteranno due goal: riportare al voto chi l’ha votata e pescare tra i voti dei finiani che sono un bel 5% ma che non bastano, a meno di non chiedere “aiuto” anche ai grillini. A Napoli poi il centrosinistra, seppur diviso, va al ballottaggio con Pierluigi De Magistris di Italia dei Valori. Il fenomeno dell’ex Pm catalizza l’attenzione mediatica e, nonostante il ritardo sul PdL sia consistente, De Magistris ha buone chanche fra due settimane di essere eletto sindaco del capoluogo partenopeo. Per il Pd una battuta d’arresto “sonora”. Napoli era regno democrat. Dagli anni Novanta, prima con Bassolino e poi con la Iervolino, gli uomini di Bersani avevano spadroneggiato. Ma il vento è cambiato tant’è che Gianni Lettieri con il PdL è in vantaggio e va al ballottaggio. La sconfitta del Pd è ancora più cocente se si considera che al ballottaggio non ci sarà. Sarà l’Idv con De Magistris a correre per palazzo di città. Ma la situazione di Napoli è complessa e va analizzata a sé. Emblematico il commento a caldo del dipietrista ed europarlamentare che ricorda di “parlare a tutti”. De Magistris ha raccolto il voto disgiunto, ha ricevuto un tributo personale, un voto di protesta per la “monnezza” lasciata dalla Iervolino e dal Pd e non rimossa dal PdL che intanto governa sia la Provincia di Napoli che la Regione Campania. C’è da scommettere che Napoli volterà pagina, almeno lo si spera per la grande necessità della Capitale del Sud di riemergere. Conti alla mano è la sconfitta del PdL che è evidente, non tanto il successo del Pd che vince ma non stravince, che approfitta senza troppo impegno del tracollo berlusconiano.