Laprimapagina.it 12 dicembre 2010

Bari, Vendola pensa al dopo Berlusconi

12 dicembre 2010 Il Governatore della Puglia e leader nazionale di Sel Nichi Vendola non ha preso parte alla manifestazione romana del Pd per evitare “un elemento di teatrino della politica” e i sospetti di contrapposizione alla leadership del partito. E ora guarda all’eventualità di “un dopo Berlusconi”, in cui vede “al massimo” la possibilità di un governo per rifare “quell’obbrobrio di legge elettorale”. In un’intervista il governatore pugliese si dice convinto che prima di andare alle urne, però, il Pd debba organizzare le primarie. “Fermare le primarie che peraltro sono state un fondamento per la vita del Pd – dichiara Vendola – sarebbe come cercare di fermare l’eruzione di un vulcano”. Dopodichè, bisognerà pensare a “come e quando ricostruire il centrosinistra italiano” del quale Nichi Vendola si candida autorevolmente ad essere il nuovo leader.

Napoli, a rischio alleanza Udc PdL in Campania

12 dicembre 2010 Francesco Pionati, leader del mini partito Alleanza di Centro lancia la sfida a Pierferdinando Casini dal palco della Mostra d’Oltremare a Napoli e Nicola Cosentino, leader regionale del PdL, raccoglie l’assist inviando un avviso ai centristi guidati da Ciriaco De Mita. “L’Udc in questa regione è assolutamente marginale perché vinciamo anche senza di loro. Governiamo assieme la Regione e nei loro confronti abbiamo sempre mantenuto gli impegni. Spero che si comportino nella stessa maniera affinché siano con noi alle prossime elezioni”. Mario Landolfi rincara la dose: “il problema riguarda l’Udc, non noi. Sono loro che devono spiegare agli elettori perché in alcune realtà locali stanno con noi e invece a livello nazionale si preparano a votare la sfiducia”. “Un sì al governo Berlusconi” lo conferma invece Bruno Cesario che, eletto nel Pd è arrivato sul palco del PdL dopo una parentesi con l’ApI di Rutelli e alcune visite a Palazzo Grazioli, dove il premier gli ha consigliato di dimagrire e tagliare i capelli. Consigli subito messi in pratica dall’ex peso massimo di San Giorgio a Cremano, che ora si sfoga: “per me è un giorno emozionante, sono state le guerre intestine al Pd a spingermi da voi. Voterò la fiducia a Berlusconi il 14 dicembre come del resto ho già fatto il 29 settembre”. Da Salerno non si è fatta attendere la risposta del leader Udc Pierferdinando Casini, arrivato dopo due tappe a Caserta e Benevento, con Ciriaco De Mita. Casini ha elogiato il sindaco del Pd Vincenzo De Luca senza escludere una possibile alleanza alle prossime elezioni comunali, mentre per Napoli ha fatto di nuovo il nome dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato: “So che vuole continuare a fare l’imprenditore, ma è una delle persone da cui attingere per far uscire il Mezzogiorno da una fase di stagnazione”. Agli avvisi di Cosentino ha invece risposto Pasquale Sommese, assessore regionale e coordinatore napoletano dell’Udc: “sarebbe troppo facile dimostrare che in Campania siamo decisivi soprattutto dal punto di vista aritmetico elettorale. Dal punto di vista politico, mi auguro che il PdL la smetta di parlare solo di candidati e consideri le emergenze croniche che la città sta vivendo. A Palazzo San Giacomo si sta concludendo una fase politica, ma non si vede al momento all’orizzonte un serio e responsabile programma ed è in questo senso che noi guardiamo a iniziative importanti come il Giubileo per Napoli del cardinale Crescenzio Sepe”.

Palermo, Lombardo guarda in casa propria

12 dicembre 2010 Mentre Raffaele Lombardo si appresta con il suo Mpa a votare la sfiducia al Governo Berlusconi, deve guardarsi dalla possibile azione di sfiducia nei suoi confronti in qualità di Governatore della Regione Sicilia. In corso grandi manovre per rovesciare il governo varato al quarto rimpasto dal governatore e leader Mpa Raffaele Lombardo. Il capo del governo siciliano è stato eletto nel 2008 con uno schieramento di centrodestra, mentre adesso è sostenuto da un asse Mpa-Fli-Pd, con il PdL all’opposizione, stessa situazione che si potrebbe verificare su scala nazionale. L’opposizione, costituita da PdL, Pid (i centristi guidati da Saverio Romano usciti dall’Udc in polemica con Casini) e Forza del Sud, dopo una lunga trattativa, hanno trovato l’accordo, e concordato il testo di una mozione di sfiducia che sarà presentata a stretto giro, entro fine mese. “I tre gruppi – spiega il capogruppo del PdL all’Assemblea regionale siciliana, Innocenzo Leontini – ritengono imprescindibile il rispetto di tre adempimenti: chiusura della finestra legislativa finalizzata ad approvare il ddl sulla proroga dei contratti dei lavoratori precari, entro e non oltre martedì 14 dicembre; esame e approvazione del bilancio e della Finanziaria, entro la fine di dicembre; successiva discussione in Aula di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Raffaele Lombardo che i gruppi parlamentari presenteranno nei prossimi giorni”. “Raffaele Lombardo – aggiungono Saverio Romano e Rudy Maira, rispettivamente leader nazionale e capogruppo all’Ars del Pid – ha stravolto il quadro elettorale e calpestato la volontà popolare espressa nel 2008 con la maggioranza assegnata alla coalizione di centrodestra. L’avvio di una stagione politica definita come fase delle “geometrie variabili” ha fatto sì che il governatore esercitasse in maniera assolutistica le sue funzioni venendo meno al rapporto di collaborazione con i partiti che lo hanno designato alla massima carica della Regione”. Contro l’iniziativa l’Mpa grida al boicottaggio del governatore. E anche il Pd, che con Lombardo governa nel governo quater varato qualche mese fa. Intanto Lombardo, come leader Mpa, continua la sua opposizione al premier Berlusconi: “Non so – ha dichiarato a margine di un incontro a Palermo – come un deputato siciliano possa votare la fiducia a un governo che cerca di distruggerci, destinando risorse al Nord, senza vergognarsi con la propria gente”.

Roma, ApI si rafforza con Boselli

12 dicembre 2010 Alleanza per l’Italia si rafforza. Il partito di Francesco Rutelli acquista il socialista Enrico Boselli che aderisce ad ApI dove assume il ruolo di vicepresidente, per favorire lo sviluppo del terzo polo con Udc e FLI. “Constatato il fallimento del bipolarismo – ha detto Rutelli, nel corso di una conferenza stampa in cui è stato presentato anche il nuovo simbolo – Api è impegnata nella costruzione del terzo polo, che al momento non sarà un partito unico, ma la raccolta di tre forze principali ApI, Udc e FLI più altri soggetti come Mpa e Liberaldemocratici”. ApI, ha detto ancora Rutelli, “non sta facendo campagna acquisti in Parlamento, ma trova adesioni sul territorio di dirigenti politici, come Boselli, e di eletti negli enti locali”. Boselli ha confermato l’impegno “in direzione di un terzo polo”, tanto più necessario poiché “i due poli che hanno segnato la vita politica italiana negli ultimi 17 anni hanno fallito, a partire dal tema della stabilità”. ApI, in vista delle prossime elezioni amministrative “o anche di altri appuntamenti elettorali per i quali – ha detto Rutelli – siamo prontissimi”, ha presentato un restyling del simbolo, dal quale scompaiono le api e assume centralità il fiore bianco d’arancio, che assomiglia sempre più alla margherita del vecchio partito condotto dallo stesso Rutelli. Boselli ha ricordato che Rutelli “ha avuto il coraggio di compiere già un anno fa un passo molto importante, anticipando l’idea che in questi giorni è sotto gli occhi di tutti, la nascita di un nuovo polo politico, perché i due poli politici che in questi 17 anni hanno segnato la vita dell’Italia hanno fallito. È giusto lavorare per far nascere in Italia un nuovo polo politico che possa rappresentare le idee liberali, democratiche e riformiste che sembrano quasi scomparse dalla vita del Paese, che sia in grado di cambiare la deriva di questo Paese rispetto al fallimento del bipolarismo”.

Roma, la parabola di Berlusconi al termine

12 dicembre 2010 “Berlusconi non si dimetterà prima della discussione delle mozioni di sfiducia. Vuol trascinare il Parlamento allo scontro finale, avvelenare il clima e acuire in modo irresponsabile la divisione del Paese. Ma nonostante la campagna acquisti sarà di fatto sfiduciato. E un presidente del consiglio sfiduciato non potrà essere incaricato di formare un nuovo governo. Quindi non ci sarà un Berlusconi bis. La sua parabola volge al termine”. Lo sostiene Bruno Tabacci, deputato dell’ApI. “A lui, al Cavaliere – ha detto ancora – pare che basti ottenere qualche voto di passaggio in più. Ad un presidente del consiglio che fu eletto con una maggioranza senza precedenti, come quella del 2008, non dovrebbe bastare, perché in politica, comunque vada, le sottrazioni e le addizioni pesano sempre. Chi perde circa cento voti è sfiduciato nei fatti”. L’esponente di Alleanza per l’Italia ha poi continuato ricordando come “anche se la data del 14 dicembre coincide con quella che nel 1938 vide la Camera dei Deputati trasformarsi in camera dei fasci e delle corporazioni, sarà comunque un giorno importante per la democrazia e per il Parlamento italiano, in quanto i senatori e i deputati chiederanno al governo a porre fine al lungo periodo di sostanziale e irresponsabile inattività. E segnerà l’inizio del lavacro etico morale che tanto serve al Paese”. “A ben guardare – ha aggiunto Tabacci – le mozioni di sfiducia presentate in parlamento rappresentano uno scatto di carattere che tutti aspettano perché il paese torni nei ranghi del rigore che la crisi impone, della correttezza e della trasparenza. Uno scatto imposto all’Italia anche dagli impegni internazionali”. A chi gli fa notare che Berlusconi ha più volte sostenuto di aver rinnovato la politica italiana, tanto che si è paragonato ad Alcide De Gasperi, Tabacci risponde: “Nel 1953, quando rassegnò le dimissioni da capo del governo, De Gasperi disse: “Il Vangelo ci ricorda che siamo tutti servi inutili”. Il cavaliere ha smesso di richiamarsi a De Gasperi. Forse qualcuno deve avergli raccontato l’episodio”.

Roma, elezioni anticipate a danno del PdL

12 dicembre 2010 “Le elezioni anticipate sarebbero davvero un cattivo affare per il PdL: al Senato una nuova maggioranza Lega Nord – PdL è impossibile; un quarto circa dei senatori non potrebbero più tornare a Palazzo Madama”. E’ quanto si legge in una simulazione elettorale realizzata da Piercamillo Falasca per Libertiamo.it. Sulla base dei recenti sondaggi, lo studio stima l’esito del voto anticipato sul numero di seggi che il PdL conseguirebbe al Senato alle ipotetiche elezioni politiche del 2011. Si legge nella sintesi: “In nessun caso, la coalizione a guida PdL – Lega Nord otterrebbe la maggioranza al Senato: lo scenario più ottimistico vede la coalizione a 147 seggi senatoriali (11 sotto la soglia minima), lo scenario più sfavorevole a 136 (22 sotto la quota minima di maggioranza). Al Senato il PdL perderebbe tra i 22 e i 32 senatori rispetto all’attuale consistenza del suo gruppo parlamentare di 134 membri. In ogni caso, la Lega Nord guadagnerebbe invece tra i 9 e gli 11 senatori, passando dagli attuali 25 a 34/36”. L’analisi di Libertiamo.it, portale vicino al gruppo finiano. Conclude l’analisi: “Insomma, quei senatori del PdL che il 14 accorderanno la loro fiducia a Berlusconi, che chiede le elezioni anticipate, avranno buone possibilità di non tornare a Palazzo Madama, mentre la Lega farebbe il pieno di voti e di seggi”.

Roma, controsorpasso della sfiducia

12 dicembre 2010 Comunque andrà a finire un dato è certo: l’era di Silvio Berlusconi è finita. Il Premier, in caso di fiducia che potrebbe venire risicata, dovrà fare i conti con una ingovernabilità senza precedenti ed al primo incidente il voto diventerà inevitabile. Il paese è per la sfiducia, lo ha dimostrato scendendo in piazza a Roma, gli italiani sanno benissimo che i cambi di casacca repentini dell’ultima ora non profumano di rose. Sicuramente l’appassionante match del calcio mercato parlamentare continua. Ad oggi 311 i voti certi per la fiducia e a 313 quelli per la sfiducia. Gli indecisi sono al centro dei corteggiamenti. Italo Bocchino (FLI) ha telefonato all’ex Idv Domenico Scilipoti per dargli la solidarietà dopo “gli attacchi mediatici subiti”. Arturo Iannaccone di Noi Sud ha provato a convincere il valdostano Roberto Nicco a votare la fiducia, mentre il premier apre ad un “cambio della legge elettorale” proprio come chiede il neo liberale Paolo Guzzanti. C’è attesa per la decisione dei tre deputati del cosiddetto “movimento di responsabilità nazionale”, Bruno Cesario, Massimo Calearo e l’ex Idv Scilipoti. Insieme prenderanno una decisione sul voto del 14 dicembre. Nessuno dei tre è orientato a sfiduciare il governo. “Ho sempre detto che avrei votato la sfiducia, ma in queste ore sono in preda a un forte travaglio interiore e mi pongo una domanda: c’è un’alternativa a Berlusconi?”. E’ la domanda di Scilipotti. Il centrodestra punta ancora al voto di Nicco. Il deputato di Noi Sud Iannaccone ha incontrato il parlamentare valdostano provando in tutti i modi a convincerlo a sostenere il governo: “ma non ci è riuscito, io voterò la sfiducia”, assicura Nicco. Tra i principali corteggiati in queste ore c’è poi il liberale Guzzanti, che ha firmato la mozione di sfiducia salvo poi annunciare ripensamenti “se il premier dirà qualcosa sulla legge elettorale”. Ma Guzzanti non si fa ingannare e conferma che “voterà la sfiducia”. Ancora non è inoltre chiara la posizione dei sei radicali. Il leader Marco Pannella attacca la procura che indaga sulla presunta compravendita: “È parte del sistema di regime”, dice. Tra gli incerti dell’ultima ora c’è infine il finiano Silvano Moffa. Chi non usa mezzi termini è Massimo D’Alema: “Dopo che 317 deputati hanno firmato la richiesta di dimissioni del premier, se Berlusconi ha la fiducia vuol dire che ne ha comprato qualcuno sottobanco”. Per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini “è un momento molto triste per la vita pubblica”. Il PdL invece si dice parte “lesa”: “Quaranta nostri parlamentari sono stati acquisiti dal fronte della sfiducia composto da Fini, Di Pietro, Casini e Bersani”, dice il ministro Angelino Alfano.

Belluno, secessione dal Veneto

12 dicembre 2010 In un’Italia in preda ad una crisi economica e d’identità, le spinte secessioniste sono numerose e forti. La più eclatante quella della Provincia di Belluno che intenderebbe “fuggire” dal Veneto. La settimana scorsa sono state depositate a Palazzo Piloni, sede della Provincia, 16.500 firme per staccare Belluno dal Veneto e per cancellare la regione Trentino Alto Adige. Insieme a Belluno, Trento e Bolzano potrebbero formare una nuova area, magari chiamata Dolomitia. In città, e soprattutto nei paesi sperduti in mezzo alle montagne, nel Cadore, in Val Zoldana, nell’Alto Agordino, tantissimi hanno sottoscritto la richiesta di referendum. Belluno è il primo caso in Italia di un’intera provincia che vuole cambiare indirizzo. Ma il movimento dei comuni che vogliono cambiare provincia, inseguendo condizioni migliori, cresce ogni giorno. Alla fine di novembre, a Milano, si sono riuniti i rappresentanti dei 545 comuni che stanno nelle zone di confine e che vorrebbero trasmigrare. Chi sta in Piemonte, vorrebbe andarsene in Valle d’Aosta; chi sta nel Veneto o in Lombardia vorrebbe entrare a far parte delle province autonome di Trento e Bolzano o del Friuli. Il fatto è, dice Marco Scalvini, già sindaco di Bagolino, presidente dell’associazione che riunisce i comuni secessionisti “che di là c’è l’America e di qua l’Argentina”. E cita alcuni dati: in Trentino un mutuo per costruire un’azienda si paga al solo al 40 per cento (il 60 è a carico dell’ente); in Lombardia il costo medio mensile della scuola materna è di 75 euro mentre nell’Eldorado è gratuita; un comune lombardo di 4.000 abitanti ha un bilancio di 6 milioni che diventano 24 al di là “del confine”. In realtà qualcosa i movimenti la ottengono. Nel 2006 le Marche hanno ceduto all’Emilia Romagna l’alta Valmarecchia. Un altro caso riguarda il Salento: tra i sostenitori del diritto all’indipendenza l’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone. Insomma, addio alla Puglia. Ma qui non tutti sono d’accordo come nel nordest: è di pochi giorni fa la notizia che il comune di Ostuni ha detto no al referendum. Ma si va avanti: il 20 dicembre sarà depositata all’Ufficio Centrale per i Referendum della Corte di Cassazione la richiesta di alcuni consigli comunali pugliesi. Non è finita: dopo la trasmigrazione verso l’Emilia Romagna, negli ultimi mesi anche le Marche si sono prese una piccola rivincita: il polo di attrazione è Ascoli Piceno, per Amatrice e Accumoli (Lazio) e un movimento di cittadini della Val Vibrata e di Valle Castellana in Abruzzo.

Polistena, presto elisoccorso Piana di Gioia

12 dicembre 2010 Duecento trenta mila euro sono stati stanziati dall’amministrazione provinciale di Reggio Calabria, sotto forma di contributo, al Comune di Polistena per la realizzazione di una pista di atterraggio per l’elisoccorso, attiva 24 ore su 24. Il Partito dei Comunisti Italiani esprime in una nota stampa grande soddisfazione per questo ulteriore risultato, ottenuto grazie al sindaco ed Assessore Provinciale Michele Tripodi “che in questi anni dalla Provincia è riuscito a portare ingenti risorse ed opere pubbliche per la città di Polistena, come fra l’altro, il finanziamento per la sala morgue ed il nuovo pronto soccorso dell’ospedale in fase di ultimazione lavori. In particolare, occorre sottolineare l’importanza strategica della pista di elisoccorso, che funzionare anche nelle ore notturne, in vista del potenziamento del nostro ospedale, non a caso inserita nel programma elettorale della maggioranza Rilanciamo Polistena e nelle linee programmatiche della nuova amministrazione”. Con la piattaforma di atterraggio per l’elicottero, che l’amministrazione comunale realizzerà in accordo con l’Azienda Sanitaria, l’ospedale di Polistena “potrà finalmente consolidare quel ruolo di primo piano e di riferimento, che tutti dobbiamo salvaguardare a difesa del primato della sanità pubblica”. Servizio giornalistico a cura di Pasquale Patamia.

Avetrana, Sabrina colpevole anche per gli orari

Orari Avetrana Il quadro accusatorio

12 dicembre 2010 Sarà un Natale in carcere per Sabrina Misseri, accusa di aver ucciso Sara Scazzi, la cugina di appena quindici anni. Non le servirà l’ennesima sceneggiata tv (Sabrina ha scritto una lettera a “Quarto Grado” Retequattro), gli inquirenti che indagano sull’uccisione di Sara Scazzi continuano a tessere il nuovo scenario del delitto sulla base delle ultime testimonianze che anticipano di almeno tre quarti d’ora le fasi del delitto. La deposizione di uno dei vicini di casa dei Misseri che ha visto la ragazza intorno alle ore 13:45 mentre si recava in via Deledda, trova conferma nei ricordi di Concetta Serrano Spagnolo, madre della giovane di Avetrana che invitata a considerare tale ipotesi ricorda così quei momenti: “Quando Sara è uscita per andare da Sabrina – dice – noi non avevamo ancora pranzato, quindi può essere che non fossero ancora le due”. La donna che aveva sempre indicato l’ora d’uscita di Sara “tra le 14 e le 14,10”, ricostruisce minuto per minuto quel tragico pomeriggio d’agosto. La figlia con il padre Giacomo rientrarono a casa intorno alle ore 12:50 (insieme erano andati a fare compere per il pranzo) e Sara restò una quindicina di minuti nella sua stanza. Poi uscì dicendo alla madre di aver ricevuto un sms da Sabrina che la invitava ad andare al mare (questo messaggio non risulterà sui tabulati) e si preparò un cordon bleu che consumò in piedi. Chiese poi alla madre dove si trovassero gli asciugamani, indossò il costume e preparò lo zaino. “Alle ore 13:30, 13:40 era già pronta per uscire e così ci salutò”, afferma Concetta che ricorda un altro particolare di quegli attimi. “Mentre Sara ci salutava, la badante Maria stava parlando al cellulare con una sua parente in Romania”. Di questa conversazione internazionale non esiste traccia sui tabulati. Tale ricostruzione si rafforza con le dichiarazioni del testimone che quel giorno vide passare Sara intorno alle ore 13:45 circa. Anche in questo caso esiste prova della buona memoria del testimone: “Mia moglie doveva prendere servizio alle ore 14:00 e quando ho visto Sara lei si stava ancora preparando”, dirà al magistrato Mariano Buccoliero che ha messo così a frutto qualcosa che il testimone aveva già riferito ai carabinieri di Avetrana quando lo avevano sentito precedentemente. Dai Ris di Roma, infine, la notizia di nuovi accertamenti irripetibili su tre cinture compatibili con l’arma del delitto. Nel cimitero di Avetrana, intanto, sono iniziati i lavori di montaggio del loculo di cristallo sulla tomba di Sara.

Rieti, successo convegno urbanistica

12 dicembre 2010 Si è svolta in un’aula del Consiglio provinciale di Rieti l’assemblea convocata dal presidente della Provincia Fabio Melilli e l’assessore provinciale all’Assetto del Territorio, Michele Beccarini, per illustrare il Piano Urbanistico di coordinamento del Territorio Provinciale e le nuove funzioni trasferite dalla Regione Lazio alle Province in merito all’approvazione dei nuovi Piani Urbanistici Comunali. All’incontro era presente l’intera Giunta provinciale, decine di sindaci, circa trecento tecnici venuti da tutta la provincia per ascoltare le nuove modalità per l’approvazione dei vecchi Prg e i sei presidenti degli Ordini professionali interessati (Architetti, Ingegneri, Geometri, Geologi, Agronomi, Periti industriali). Nel suo intervento il presidente Melilli, dopo aver presentato il dirigente dell’Urbanistica Pellegrino Bosco che insieme all’architetto Salini e il geometra Temperanza sta strutturando l’ufficio che dovrà approvare i vari strumenti urbanistici comunali, ha sottolineato come i tempi per tali approvazioni non possano essere come in passato quando la Regione c metteva in media circa 8 anni ma debbano essere 18-24 mesi confidando nella collaborazione dei sindaci, degli ordini professionale e dei tecnici chiamati a redigere i Piani. Presente anche il presidente dell’Asi Andrea Ferroni che ha portato un caloroso saluto complimentandosi con la Provincia per l’iniziativa presa, utile ad informare cittadini e gli amministratori sulle nuove procedure di approvazione dei Pcug. L’assessore Beccarini ha invece sottolineato l’importanza di ogni figura professionale che partecipa alla redazione del Piano che, coordinandosi con gli amministratori comunali, può sicuramente dare il proprio contributo per trasformare il territorio in modo saggio e più aderente alle esigenze delle comunità interessate. Inoltre Beccarini ha ribadito che il passaggio delle deleghe in materia urbanistica dalla Regione alle Province rappresenta un momento storico che permette agli amministratori locali e ai cittadini di riappropriarsi del proprio territorio e di poter contribuire in tempi brevi e certi ad una pianificazione in grado di creare uno sviluppo economico che si coniughi con la salvaguardi dell’ambiente. Tutto ciò sempre secondo l’assessore Beccarini deve passare attraverso una collaborazione tra enti, che dia anche delle risposte al mondo imprenditoriale aiutandolo a fare le scelte giuste e per il bene della collettività. L’assessore Beccarini ha infine concluso ribadendo la necessità di conciliare attraverso una buona progettazione e pianificazione l’eccezionale patrimonio ambientale della provincia reatina, che registra la presenza di eccellenze di importanza nazionale ed europea vista la presenza di ben 29 siti di interesse comunitario (Sic), di 19 zone di protezione speciale (Zps), 2 Parchi e diverse Riserve Naturali, con le legittime esigenze di sviluppo del territorio.

Cosenza, piazza democratica bellissima

12 dicembre 2010 “E’ stata una giornata bellissima. La ricorderemo a lungo”. Questo il commento del Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, che ha partecipato, insieme a migliaia di calabresi, alla grande manifestazione promossa dal Pd a Roma. Particolarmente folta la presenza di uomini e donne provenienti dalla città capoluogo e da tutta la provincia di Cosenza giunta nella Capitale con ogni mezzo. Solo dalla provincia, infatti, sono partiti trentacinque autobus, decine di macchine, tantissimi ragazzi e ragazze che hanno reso viva e gioiosa Piazza San Giovanni dove, ad un certo punto, campeggiava anche un grande striscione con una scritta a caratteri cubitali: “Cosenza, ci siamo!”. “E’ stata davvero –ha aggiunto Oliverio- una bella manifestazione che ha ridato a tutti slancio ed entusiasmo, ha rimotivato tante energie ed ha mobilitato tantissimi giovani, la cui massiccia presenza è stato il dato più significativo della manifestazione di Piazza San Giovanni. E’ questa la Calabria che ci piace e che porteremo sempre nella mente e nel cuore”. “L’intervento di Pier Luigi Bersani –ha aggiunto Oliverio- ha indicato un percorso chiaro per una forza di governo collocata momentaneamente all’opposizione del Governo Berlusconi in una fase tremendamente difficile per il Paese e resa ancor più complicata dalle politiche di un Governo nazionale che si dimostra sempre più inadeguato ad affrontare i gravi problemi del Paese, che attraversa una drammatica crisi economica ed occupazionale senza che si intravveda alcuna prospettiva di ripresa e di sviluppo”. “Dopo la manifestazione–ha concluso Oliverio- le cose non saranno più come prima. C’è una stragrande maggioranza di cittadini che invoca il cambiamento, l’inversione di rotta. I calabresi e la Calabria, finora dimenticati e abbandonati a se stessi da un governo antimeridionalista e leghista, oggi erano in prima linea a chiedere di essere messi finalmente nelle condizioni di aprire una nuova stagione di rilancio e di sviluppo. Per il futuro di questa terra e, soprattutto, per il futuro dei nostri giovani”.

Gioia Tauro, Natale amaro per gli alluvionati

12 dicembre 2010 Meno di due settimane, dodici giorni esatti ed è Natale. Lo è per tutti meno che per le popolazioni di Gioia Tauro colpite dal terribile nubifragio del 2 novembre 2010. Qualcosa sotto il cielo della politica si muove intanto sul fronte alluvione. Una riunione tra amministrazione comunale e parti sociali si è tenuta per fare il quadro ad un mese e più dai fatti. Le parti sociali hanno sintetizzato le loro determinazioni in un protocollo di intesa che verrà inoltrato, per il tramite dell’unità di crisi della Regione Calabria, agli assessorati al Lavoro e alle Attività Produttive. Hanno preso parte alla riunione il vice sindaco di Gioia Tauro Jacopo Rizzo, i sindacalisti Antonino Calogero (Cgil), Cosimo Piscioneri (Cisl) e Pino Zito (Uil), il vice presidente nazionale dei Giovani di Confcommercio Giuseppe Pedà, Domenico Rositano (Casartigiani), Antonio Repaci Presidente dell’Ordine dei Commercialisti, l’arch Crea presidente del Comitato degli alluvionati. Sono state formulate nel documento di sintesi “le proposte ritenute prioritarie per il mantenimento, la conservazione ed il rilancio delle attività economiche ricadenti nel territorio del Comune di Gioia Tauro gravemente danneggiato dall’alluvione che si è abbattuta lo scorso 2 novembre”. È stato chiesto “lo stato di calamità già dichiarato dal Comune di Gioia Tauro in data 03 novembre 2010, ed in considerazione dei gravi danni diretti ed indiretti determinatisi sull’economia e sul territorio comunale, anche per come rappresentato dalla protezione civile”. Nel protocollo, si legge inoltre che “i provvedimenti di seguito elencati rivestono carattere di urgenza e di emergenza per favorire una efficace e duratura ripresa del sistema economico”. In particolare: “in caso di partecipazione delle aziende alluvionate ai bandi della Regione Calabria, si chiede un punteggio maggiore, da definire con l’assessorato competente in fase di griglia di valutazione del progetto; erogazione di un contributo per fermo delle attività interrotte o sospese a seguito degli eventi calamitosi, correlato alla durata della sospensione delle attività; erogazione di contributo a favore dei titolari delle attività economiche per le merci deperite o distrutte a causa degli eventi calamitosi non più utilizzabili; erogazione di un contributo per il riavvio e la continuità produttiva di tutto il sistema economico e produttivo; contributo per favorire una eventuale delocalizzazione delle attività danneggiate direttamente ed indirettamente dall’alluvione in altra area ricadente nel territorio del Comune di Gioia Tauro; sospensione dei pagamenti di tutti i tributi e dei contributi di previdenza, assistenza sociale e dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni, ivi compresa quella prevista a carico dei lavoratori dipendenti, nonché di quelli a contratto di collaborazione ed assimilati, per la durata di 12 mesi e la rateizzazione in 48 mesi senza aggravio di sanzioni, oneri e interessi; attivazione di un credito d’imposta speciale per la durata di 36 mesi per il consolidamento delle attività produttive ricadenti nel territorio di Gioia Tauro; attivazione di misure a sostegno dell’accesso al credito e dell’abbattimento del costo del credito; rinegoziazione dei mutui in forza degli eventi che costituiscono causa di forza maggiore a tutti gli effetti contrattuali; attivazione di misure a sostengo dell’occupazione attraverso la concessione di ammortizzatori in deroga destinati ai dipendenti delle aziende già costrette alla sospensione delle attività per effetto degli eventi calamitosi”. Servizio giornalistico a cura di Pasquale Patamia.

Brembate, Yara pista sequestro malavita

12 dicembre 2010 Una nuova inquietante ipotesi si affaccia nel caso della scomparsa della tredicenne bergamasca di Brembate di Sopra di cui non si hanno più notizie dal 26 novembre scorso: potrebbe essere stata sequestrata dalla camorra, come vendetta o ritorsione. E’ stato, infatti, analizzato l’ambiente di lavoro del padre Fulvio ed è stato scoperto che la sua ditta ha lavorato in passato con un’azienda di proprietà di due fratelli bergamaschi arrestati lo scorso ottobre dalla Guardia di Finanza su mandato della direzione distrettuale antimafia di Napoli. Anche questa pista viene quindi battuta dagli investigatori nel giallo di Yara Gambirasio.