Intervista al cantautore piacentino Ricky Ferranti.

DUBBI ACERBI” (Radiocoop) è il nuovo singolo del cantautore piacentino RICKY FERRANTI tratto dall’album “Al mondo”. Lo abbiamo incontrato per fargli qualche domanda…   Quando hai capito che fare il cantautore poteva essere un lavoro concreto per te? In realtà non ho mai pensato a quello come ad un lavoro, o meglio, mi considero un cantautore per necessità. Nel senso che scrivo principalmente perché mi fa stare bene. Di lavoro faccio il musicista, insegno musica e per necessità scrivo. “Dubbi acerbi”, il tuo nuovo singolo, parla di consapevolezza. In che termini? Ci racconti com’è nato? È nato da una mia analisi di quello che vedo e sento attorno a me. Vedo sempre più persone porsi domande su certe realtà storiche consolidate o accadimenti di attualità. Ci si pone la domanda se sono genuini oppure in qualche modo falsati. Platone, che cito nel video, aveva parlato di questo nel Mito della Caverna. Ecco mi sembra che oggi più persone stiano uscendo dalla caverna e si stiano accorgendo di una realtà alternativa a quella che ci viene raccontata dal mainstream. Il brano è estratto dall’album “Al Mondo”. C’è un filo conduttore che unisce i pezzi del disco? Non c’è un vero e proprio filo conduttore se non il fatto che comunque quando un album lo scrive la stessa persona è normale che una sorta di filo conduttore intrinseco ci sia. Questo riguarda sicuramente la scelta dei suoni e degli arrangiamenti a livello musicale. A livello di significato direi che mi pongo ad osservare il Mondo e scrivendogli una sorta di lettera espongo quello che provo nel viverlo. Ti occupi da solo dell’arrangiamento dei tuoi brani o ti avvali di qualche collaborazione in particolare? L’album è stato arrangiato da me, ho scelto la collaborazione di musicisti in alcuni brani per suonare parti che non ero in grado di fare o per fare nascere idee diverse dalle mie. Quale pensi possa essere la caratteristica vincente della tua musica per distinguersi in un mercato musicale arrivato quasi a saturazione? Cerco di rimanere me stesso e suonare quello che mi piace. Se la moda prevede che non ci siano assolo di chitarra io li metto comunque se ritengo che nel brano ci stiano bene. Quello che suono deve piacere prima di tutto a me, deve convincermi. Se dovessi fare successo con un brano che non c’entra nulla con il mio modo di vedere la musica non sarei felice. Che rapporto hai con la dimensione live? È la linfa naturale di un musicista penso. Personalmente mi ricaricano mentalmente anche se spesso stancano fisicamente. Quali sono le tue aspettative per il futuro? Mi piace molto anche il lavoro in studio e di produzione, sto lavorando oltre che a progetti miei anche ad altre produzioni e mi vedo sempre più in quella direzione.