Un anno senza Francesca Agresta. Gioia Tauro profondamente segnata

Le cronache della città portuale calabrese continuano ad essere contrassegnate dalla violenza e dal sangue. Tra omicidi, ruberie, liti anche tra amici che si trasformano in sparatorie, le pagine dell’informazione locale e nazionale portano alla luce il “peggio” di Gioia Tauro, una città che in verità ha tanto di positivo. Nello spazio di un anno la cittadina reggina ha vissuto due eventi drammatici, la morte per lupara bianca di Fabrizio Pioli e l’efferato omicidio di Francesca Agresta. Due storie diverse ma accomunate dal profondo dolore che ha segnato le famiglie gioiesi. Nel caso dell’Agresta il padre naturale ha ucciso, c’è un corpo su cui piangere. Nella scomparsa dell’elettrauto manca il corpo, ci sono i responsabili dietro le sbarre, ma il giovane non è stato fatto ritrovare.

A giorni ricorrerà un anno dalla morte di Francesca Agresta, assassinata per mano del padre naturale Giovanni Ruggiero, 83 anni, pensionato, che ha ucciso a coltellate la giovane di 24 anni. In quel caldo e tragico 2 luglio 2011, dopo l’omicidio, Ruggiero ha nascosto il corpo in una pineta, poco dopo si è costituito dai Carabinieri. L’atteggiamento tenuto di fronte al pm che l’ha interrogato è stato definito lucido, freddo. Un omicidio barbaro. Di fronte all’ennesima richiesta di soldi della ragazza Ruggiero avrebbe perso la testa e con un coltello che teneva nel vano portaoggetti dell’auto l’ha accoltellata a morte.

“Anche se non l’avevo mai riconosciuta – ha detto agli inquirenti Ruggiero – avevo sempre badato a lei. Ma le sue richieste di denaro erano diventate sempre più insistenti e quando mi ha chiesto ancora soldi, ho perso la testa”. Un gesto folle che ha spezzato la vita ad una giovane. E segnato profondamente Gioia Tauro.