Quando Zeffirelli proponeva l’Unione della Magna Graecia

  Correva l’anno 1995 e l’allora senatore della Repubblica, già famosissimo regista, Franco Zeffirelli si rendeva promotore, al Senato, di un programma denominato “Unione della Magna Graecia”, finalizzato alla riscoperta e alla valorizzazione di una cultura che, diffusa su gran parte del territorio nazionale e soprattutto nell’Italia meridionale, ha lasciato in eredità un patrimonio e segni caratterizzanti ed esclusivi. Forse l’intellettuale è stato, per essere generosi, messo da parte dagli uomini del Palazzo. Sta di fatto che del lodevole progetto del più che invidiabile cineasta fiorentino non se n’è fatto nulla. Cestinato! O forse, anche qui, puntuale la maledizione del Sud che deve restare ai margini.  Comunque, giusto per non dimenticare leggiamo insieme, nelle parti essenziali, la relazione introduttiva delle intenzioni del regista prestato alla politica.     “La civiltà greca, universalmente riconosciuta come fulcro promotore della cultura europea, ebbe la sua prima espressione e fioritura attraverso alcune regioni dell’Italia meridionale quali la Sicilia, la Calabriae la Puglia, che ancora oggi conservano vivissimi nella loro cultura, tradizione e lingua, i segni di questa antica civiltà. Elemento unificante antico e prioritario mezzo di comunicazione è il mare la cui capacità di aggregazione tra i popoli è stata quasi totalmente dimenticata e negletta. […] Dalla Grecia, e più precisamente dal Mediterraneo orientale, giunsero sulle coste ioniche della Sicilia e dell’Italia meridionale vari ceppi di popoli che fondarono illustri città che ancora oggi conservano la testimonianza del loro glorioso passato. Dall’estremità sud ovest della Sicilia, da Selinunte, Eraclea, Agrigento, Gela, Camerina, lungo il versante orientale della costa, Siracusa, Megara Lentini, Catania, Naxos, via via, risalendo lungo la costa calabra da Regyon, Locri, Caulonia, Skillecion, Kroton, Sibari, Siri, Metapontum, Taranto, Gallipoli, fino a Brindisi, è possibile contemplare le impressionanti testimonianze archeologiche di tale illustre passato. Templi, teatri, necropoli, intere città si offrono alla nostra ammirazione in un contesto ambientale quasi immutato. La ricerca delle origini culturali di questa parte d’Italia affacciata sul Mediterraneo spinge ancora oggi italiani e stranieri a viaggi, purtroppo disagiati quasi come gli illustri ‘Voyages pittoresques’ del XVIII e XIX secolo [quelli del Gran Tour], posti alla base della formazione culturale degli studiosi di tutto il mondo. Poca ricettività turistica, disorganizzazione, scarsezza dei mezzi di comunicazione sia pubblici che privati penalizzano intere regioni che molto potrebbero offrire al turismo europeo data la ricchezza delle testimonianze storiche, delle tradizioni popolari, oltre che la bellezza della Natura, quasi intatta in molti ambienti territoriali, e la mitezza del clima permetterebbero il prolungarsi di soggiorni per buona parte dell’anno. Piuttosto che valorizzata per le sue enormi risorse culturali e naturalistiche, la Magna Graecia risulta  penalizzata ed emarginata dai circuiti nazionali ed internazionali, pressoché sconosciuta sebbene in essa si trovino infrastrutture utili ad un inserimento nei circuiti turistici odierni. […] Si pone innanzitutto all’attenzione la possibilità di riscoprire il mare quale mezzo primario di comunicazione, sia per gli stessi abitanti di quelle coste che per i visitatori, con il necessario potenziamento delle strutture già esistenti o con la creazione di nuove. Gli approdi del mare potrebbero diventare luoghi di partenza per la conoscenza anche dei territori interni. Tale iniziativa permetterebbe non solo, com’è ovvio, un maggiore contatto tra gli abitanti di regioni diverse che  hanno comunque origini, civiltà e tradizioni molto affini, ma anche una crescita sociale ed economica basata su una intelligente utilizzazione delle risorse esistenti. […] Potrebbe generarsi inoltre una soluzione al gravissimo problema della disoccupazione nel Meridione, determinando occasioni di lavoro durature e suscettibili di incremento futuro. […] Un movimento che promuoverebbe anche una maggiore e più responsabile volontà di preparazione partendo già dalla formazione scolastica inferiore e superiore, per raggiungere un livello adeguato agli standard europei. Si vorrebbe, in conclusione, ribaltare il punto di vista secondo cui il Meridione è la parte remota e periferica dell’Europa, mentrela Storiaci insegna che dal Mediterraneo e in particolare dalle coste della Magna Graecia sono iniziati i grandi processi di civilizzazione dell’Europa che ha via via spostato il suo baricentro sempre più a nord allontanandosi dalle proprie origini. I paesi che hanno dato origine alla civiltà europea sono oggi negletti, ignorati, e difficili da raggiungere condannandoli ad una gravissima incuria che si traduce in povertà economica. Pertanto l’Unione propone un’occasione di riscatto per la gente della Magna Graecia che vuole appropriarsi dell’antica dignità e della propria primogenitura nel fiorire della cultura del mondo civile”.