Il Governo Monti svuota le carceri italiane

Il Consiglio dei Ministri si riunirà oggi per varare le misure urgenti più volte annunciate per alleggerire il sovraffollamento degli istituti di pena. Misure chieste in particolare da Marco Pannella e sollecitate dal Capo dello Stato. Il Premier Mario Monti ha illustrato nella serata di giovedì a Giorgio Napolitano in un colloquio di 40 minuti al Quirinale il pacchetto di misure che prevede un decreto legge con misure d’urgenza e un disegno di legge per delegare il Governo a depenalizzare alcuni reati e a riformare il codice di procedura civile per velocizzare i processi.

Il faccia a faccia ha dato ovviamente l’occasione per fare il punto sull’iter della manovra, sul testo ormai consolidato e sugli accresciuti malumori di vari settori parlamentari per il mancato accoglimento di alcune proposte di modifica. Un clima che desta preoccupazione anche al Colle, si rileva in ambienti parlamentari, ma non muta la determinazione del Governo e dello stesso presidente Napolitano sulla necessità di chiudere al più presto questa prima fase dell’esecutivo mettendo in sicurezza la credibilità dei conti pubblici, e passando subito al secondo tempo che vedrà in primo piano la crescita, l’occupazione, le riforme necessarie per aumentare la competitività e per riequilibrare alcuni pesi sociali.

Napolitano non ha alcun dubbio sulla manovra, sottolineano ambienti del Quirinale. Anche di recente, Napolitano ha detto che in Italia la situazione carceraria ”troppo spesso appare distante dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone”. Il ministro della Giustizia Paola Severino aveva assicurato a Napolitano che anche per lei la questione era “prioritaria” e adesso ha messo a punto i primi provvedimenti. Il decreto legge che sarà esaminato, a quanto si sa, avrà un immediato effetto “svuota carceri”. Tremilatrecento detenuti, quelli condannati per i reati meno gravi e ai quali restano da scontare meno di diciotto mesi, potranno scontare la pena residua agli arresti domiciliari. Altri lasceranno le carceri e godranno della cosiddetta “messa in prova” finora riservata ai minorenni. Non ci sarà il braccialetto elettronico, ma il Governo non rinuncia a introdurlo successivamente, dopo ulteriori valutazioni costi-benefici. Altre misure non meglio specificate eviteranno le “porte girevoli”, la permanenza in carcere per un massimo di tre giorni, che riguarda ogni anno circa ventimila detenuti.