Italia ingiusta, metà degli italiani pagano il super ticket gli altri no

Il Governo ha fatto un bel regalo estivo agli Italiani, il “super ticket”, ovvero l’introduzione di un ticket di 10 euro per le prestazioni diagnostiche e per le visite specialistiche oltre ai 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso. Mentre alcune regioni hanno subito adottato la nuova misura del ticket di 10 euro che va ad aggiungersi a quelli già esistenti per esami ed analisi (Lombardia, Lazio, Liguria, Puglia e Basilicata), altre non l’hanno ancora applicata (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Marche, Campania e Calabria), in attesa di decidere, ove possibile, misure di contenimento della spesa sanitaria alternative al nuovo “balzello”. Conscio delle polemiche, il Ministro della Salute Ferruccio Fazio aveva incontrato gli assessori alle Salute delle regioni: veniva garantita l’ autonomia di scelta e “la possibilità per le Regioni di non applicare il ticket sulla specialistica di 10 euro purché adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti”. E Fazio continuava: “Abbiamo concordato con le Regioni di aprire un tavolo tecnico per rimodulare la questione dei ticket. Si possono seguire due modelli: basarsi su quello della Lombardia, vale a dire per costo della prestazione, oppure, a mio avviso meglio ancora, su un concetto di appropriatezza”. Dove per “appropriatezza”, il Ministro intende il superamento degli sprechi connessi a visite o prestazioni da pronto soccorso non necessarie. Giovedì il ministro è tornato sull’argomento promettendo un tavolo per rimodulare il super ticket con le Regioni “entro settembre”. Oltre alle regioni citate anche i sindacati sono nettamente contrari al super ticket: “In tema di ticket sanitari ho visto che molte Regioni sono assolutamente non disponibili a questa operazione, che è una forma assolutamente ingiusta di prelievo ai cittadini. Mi auguro si costruiscano soluzioni diverse che non siano penalizzanti sul piano del diritto alla sanità per le persone» ha dichiarato Susanna Camusso, il segretario generale della Cgil. C’è poi il capitolo esenzioni: quasi metà della popolazione italiana non paga il ticket. “Il 46% dei cittadini italiani è esente dal pagamento, per un complessivo 61% delle ricette attinenti alle prestazioni ambulatoriali”, ha dichiarato Fazio. Nella fattispecie, ha aggiunto, “il 31% riguarda ricette per esenzioni da reddito, il 15% per malattia e un altro 15% per invalidità”.