Si allarga lo scandalo delle intercettazioni illegali in Gran Bretagna cade il vertice di Scotland Yard

A mezzogiorno di domenica, l’ex direttore del tabloid e poi amministratore delegato della casa editrice (che fa capo all’impero di Rupert Murdoch) Rebekah Brooks è stata arrestata. E in serata Paul Stephenson, il capo di Scotland Yard, una delle istituzioni britanniche per eccellenza si è dimesso. E’ stato ospite con la famiglia per 5 settimane in una spa a Champneys, nell’Hertfordshire. Una vacanza che secondo la stessa Scotland Yard sarebbe costata 12.000 sterline (13.600 euro). Il tutto, rivela il Guardian, offerto dalla società proprietaria della struttura di cui Neil Wallis, ex vicedirettore del News of the World e assunto da Stephenson come consulente di Scotland Yard, curava le pubbliche relazioni. “Ho preso questa decisione – ha spiegato Stephenson in diretta tv domenica sera – a causa delle illazioni e delle accuse riguardanti i contatti tra la Met e News International e in particolare con Neil Wallis. Ho incontrato Wallis – ha continuato Stephenson – nel 2006 nell’abito dei contatti tenuti anche con altri giornalisti per meglio informare l’opinione pubblica sulle questioni riguardanti la polizia. Nel 2006 non ero a conoscenza delle prime indagini sullo scandalo delle intercettazioni che portarono a due arresti. È stato detto che avremmo dovuto sospettare di un coinvolgimento di Wallis nelle intercettazioni illegali, ma devo dire con chiarezza che non ne avevo motivo, ignoravo dell’esistenza di questa disgustosa pratica”. Quanto alla vacanza, secondo Stephenson “non vi è stata nessuna irregolarità, ho fatto quello che ho fatto perchè volevo riprendere la mia attività alla Met prima di quanto non mi avessero consigliato familiari e medici, il tentativi di screditarmi su questo punto è cinico e deludente. Come capo (di Scotland Yard) – ha concluso – sono io il primo responsabile per la situazione in cui ci troviamo, forse avremmo potuto agire diversamente ma non l’abbiamo fatto. La gente che mi conosce sa che sono una persona integra, non perderò il sonno per dubbi sulla mia integrità personale, se restassi un’inchiesta non farebbe che confermarlo ma manca poco tempo alle sfida di garantire la sicurezza alle Olimpiadi del 2012 e questo non è il momento di lasciare campo alle illazioni. Per questo ho informato il ministro dell’interno e il sindaco di Londra della mia intenzione di dimettermi”.