Vibo Valentia, un paese che soffre l’isolamento

“Da un po’ di tempo a questa parte, a Vibo Valentia, un agente patogeno svolazza per l’aria cittadina e inesorabilmente colpisce, nel momento in cui meno te l’aspetti, mentre leggi il giornale e fumi, mentre ti arrabatti a passare la giornata uscendo da un bar ed entrando in un altro o magari semplicemente incontrando un conoscente che ti dice: “Hai visto Tizio? E’ proprio bravo!”. Ecco: in quel momento diventi preda della mushroom syndrome. E’ una malattia per ricchi, come tutte le malattie mentali, se non hai soldi sei fregato, di curarti a Vibo Valentia presso la struttura pubblica non se ne parla proprio. Colpisce indifferentemente ogni categoria professionale ed anche chi non lavora, difatti gli esempi più eclatanti si registrano finora tra gli ultimi citati. Naturalmente, gli ultimi ad accorgersi di essere ammalati sono proprio coloro che hanno contratto la patologia, ma si riconoscono perché si sbracciano, chiamano a raccolta i più variegati amici, meglio ancora se muniti di qualche bandiera, talvolta mandano note ai giornali che i redattori – poveri loro!- devono tradurre dalla lingua simil italiano che comunemente usano. Avvertenza: non dargli retta, se lo fai tende a trascinarti nell’imo più profondo della sua malattia, cercando di avvilupparti e di rappresentare all’esterno l’immagine che sei identico a lui. A questi piacciono le favole, se le raccontano spesso tra di loro, la più gettonata e quella di Fedro conosciuta come “La volpe e l’Uva”. In queste favole ognuno si ritrova a identificarsi con qualche animale, di volta in volta coraggioso, astuto o – udite, udite – dotto. La realtà è tutt’altra cosa, ognuno di noi dovrebbe avere la chiara consapevolezza di quello che è, perché meglio di lui lo sa la gente, che vede ed osserva, quello che diciamo e quello che facciamo. Di imbonitori in questo paese ce ne sono in abbondanza, ma prima o poi vengono stanati e quindi le vanterie fanno soltanto sorridere. Vertenza Eurocoop: assistiamo alle gesta di soggetti che pur non avendo promosso la vertenza ritengono di inserirsi per in una presunta difesa dei lavoratori, già esaurientemente rappresentati. Questi soggetti dicono “Ma anche io voglio dire la mia”, giustissimo! Chi impedisce, accompagnando i propri iscritti a promuovere altre iniziative ed altre richieste di incontro? Oppure, altri soggetti che vantando un curriculum di tutto rispetto nel campo della nettezza urbana ritengono, dall’alto della loro enorme competenza, di distribuire lezioni di sindacato o addirittura asserire che, se la vertenza non si sblocca, ci sono loro a mettere tutto a posto. A cotanti ingegni, che evidentemente soffrono di esasperata solitudine ed isolamento, intendiamo tranquillizzarli che i lavoratori con noi sono in buone mani e la buona salute delle nostre Organizzazioni la dice tutta”. Lo scrive in una nota Luciano Prestia, segretario provinciale della Uil.