Papa Leone XIV, il Pontefice della semplicità: dalla carbonara alla Porta Santa, il cuore umile di Robert Francis Prevost

di Lino Fresca

Roma – Robert Francis Prevost è un uomo semplice. Come Papa Bergoglio ama stare tra la gente. Non è un grande parlatore ma sa ascoltare. L’umiltà è il “pezzo” forte della sua personalità. È anche molto generoso. Personalmente da lui, attraverso un mio ex alunno Alessandro Bisogni che lavora in Vaticano, ho avuto i biglietti che notte di Vigilia di Natale mi hanno consentito insieme alla mia famiglia di partecipare all’apertura della Porta Santa che dava l’avvio al Giubileo della Speranza. Andiamo oltre la solennità del momento per raccontare un Papa che quando si recava all’ora di pranzo nella sala mensa Agostiniana colpiva il personale per la sua bontà e disponibilità. “E’ un uomo molto affettuoso – ha raccontato il responsabile della reception Alessandro Bisogni -. L’ho visto poche ore prima che entrasse in Conclave perché è passato a salutarci. Gli ho fatto anche gli auguri. Ma lui ha reagito con sorpresa perché non si aspettava di essere eletto Papa. E’ stata veramente una sorpresa per tutti. Padre Robert, così amava farsi chiamare, non era esigente. Quello che amava mangiare era la carbonara. Non disdegnava gli spaghetti al pomodoro. I primi piatti li adorava. Li apprezzava tantissimo ma non esagerava. I suoi pranzi duravano poco.

Al tavolo prestava molta attenzione a quello che gli dicevano. Con lui avevamo un rapporto molto confidenziale. Ci ascoltava sempre. Lo conosco ormai da tempo. Speriamo di poterlo ancora incontrare. Per come lo conosco penso che non cambierà le sue abitudini. Avrà sicuramente meno tempo da dedicarci. Ma ci sarà sempre”. Sveliamo un’altra curiosità su Papa Leone XIV. Papa Prevost avrebbe un legame speciale con il cibo che risale alla sua infanzia a Chicago. La madre Mildred Martínez, di origini spagnole, era infatti nota per le sue abilità culinarie e si dice che la sua cucina era così apprezzata che la casa della famiglia Prevost era un punto di ritrovo per molti sacerdoti locali, attratti dai piatti irresistibili che preparava. Questo ambiente familiare, ricco di ospitalità e tradizione gastronomica, ha avuto un ruolo significativo nella formazione del giovane Prevost, influenzando la sua vocazione religiosa e il suo approccio pastorale. La combinazione di una forte fede e di una cultura dell’accoglienza ha contribuito a plasmare la sua visione di una Chiesa inclusiva e vicina alle persone.