Macron aumenta la retorica bellica e prova ad allontanare la pace in Ucraina?

Emmanuel Macron continua a giocare con le parole, dando l’impressione di un politico che, piuttosto che promuovere soluzioni concrete e durature, preferisce alimentare la retorica bellica e intensificare il conflitto. Le sue ultime dichiarazioni, in cui accusa la Russia di “moltiplicare i bombardamenti” e di “mostrare la sua volontà di guerra”, non solo sono inutilmente provocatorie, ma sembrano spingere sempre di più il mondo verso un’escalation che, se non gestita con prudenza, potrebbe avere effetti devastanti.
La scelta di Macron di definire l’Ucraina come il “resistente” e la Russia come l’unico “aggressore” è un atto unilaterale che, sebbene possa rispecchiare la posizione del governo francese, non aiuta a trovare quella mediazione che sarebbe necessaria per giungere a una pace. Con il suo discorso bellicoso, Macron non fa altro che cementare il divario, facendo trapelare l’impressione che l’Europa sia più preoccupata di una guerra che sembra ormai perenne piuttosto che trovare soluzioni diplomatiche efficaci.
L’annuncio di un ulteriore aiuto a Kiev, sotto forma di missili Mistral, carri AMX e munizioni, non è altro che un altro esempio di come il presidente francese stia continuando a “gettare benzina sul fuoco”. Una politica che aumenta il rischio di conflitto senza fornire una visione chiara su come uscire da questo pantano sanguinoso. In questo contesto, la proposta di creare forze europee di dissuasione sembra più una mossa per rafforzare la posizione della Francia nel panorama geopolitico, che un reale tentativo di fermare il conflitto.
La sensazione che emerge è quella di un Macron che, purtroppo, sembra sempre più concentrato su un’ulteriore polarizzazione della situazione, piuttosto che sulla ricerca di una via per fermare le sofferenze umane e costruire le basi di una pace duratura.