Il dibattito sul terzo mandato agita la politica italiana: Lega e Pd divisi, FdI e FI contrari

Matteo Salvini ph dal profilo ufficiale facebook

Il tema del terzo mandato continua a generare tensioni nel panorama politico italiano. La Lega ritrova compattezza con l’armonia tra Matteo Salvini e Luca Zaia, mentre il governatore veneto rilancia: “Da 14 anni il Veneto beneficia di una buona amministrazione, e i cittadini devono avere il diritto di decidere”. Parallelamente, il dibattito si intensifica anche nel Partito Democratico.

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, critica apertamente la linea del suo partito: “Il no al terzo mandato è una posizione antistorica. Serve coerenza: primarie sempre o solo quando fanno comodo? Limiti ai mandati sì, ma solo a livello locale? Non si comprende il nostro lavoro. Il vero potere appartiene agli elettori, che possono sempre mandarci a casa”. Sala aggiunge che, pur essendo improbabile l’introduzione del terzo mandato, vorrebbe maggiore chiarezza dal suo partito.

Aperture sul tema arrivano dal senatore Pd Lorenzo Guerini, che propone una riflessione: “Il limite è nato per evitare un eccessivo accentramento di potere, ma nel tempo è stato rivisto in altri contesti”. In contrasto, Walter Verini si oppone fermamente: “Due mandati sono più che sufficienti per gestire risorse pubbliche senza rischi di concentrazione di potere”.

Nella maggioranza, Fratelli d’Italia e Forza Italia mantengono una linea dura. Raffaele Nevi (FI) dichiara: “Due mandati sono sufficienti per realizzare un programma ed evitare derive di potere”. Tuttavia, la Lega regionale alza i toni. Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Veneto, è categorico: “Zaia è l’unico candidato possibile per il centrodestra. Se Roma non comprende il peso del Veneto, difenderemo i nostri diritti senza arretrare”.

Salvini tenta di smorzare le tensioni, dichiarando fiducia nel raggiungimento di un accordo con gli alleati. Ma il confronto resta acceso, evidenziando divergenze interne e un quadro politico ancora in fermento.