Una potente bomba termobarica russa sganciata sulla città di Vovchansk

Il Presidente russo Putin ha autorizzato un uso più ampio delle armi termobariche, esplosivi che sfruttano due cariche distinte per massimizzare i danni. Una prima carica libera una gigantesca nube di carburante, mentre la seconda la accende, creando una grande palla di fuoco che a sua volta innesca una devastante onda d’urto, mentre l’ossigeno atmosferico viene consumato. L’onda di sovrappressione è così energetica che può distruggere interi edifici e provocare danni catastrofici alle persone, uccidendole per lesioni agli organi interni, inalazione della nube tossica o violenza dell’impatto contro muri e oggetti.

Le armi termobariche sono state usate anche dalla Russia durante la guerra in Ucraina, soprattutto usando il TOS-1A, un sistema di lanciarazzi termobarici montati su un carro armato T-72 appositamente modificato. Le armi termobariche possono essere “confezionate” in razzi, missili, bombe e anche granate portatili per la fanteria.

In un recente video condiviso sui social network si vede una potente bomba termobarica sganciata sulla città di Vovchansk, nella regione di Kharkiv. C’è chi dice si tratti di una bomba ODAB-9000, pari a 44 mila kg di TNT, la più potente arma termobarica in dotazione alla Russia. Ma secondo fonti ucraine si tratterebbe di un ordigno meno potente, una FAB-3000 o ODAB-1500.

Nelle immagini si vede un “fungo” dopo la detonazione e la violenta onda d’urto che si sprigiona dalla palla di fuoco. Le armi termobariche furono già utilizzate dagli Stati Uniti durante la Guerra in Afghanistan e nella Guerra del Vietnam, mentre i russi le hanno sganciate nei conflitti in Cecenia. Il loro utilizzo non è considerato illegale dalla convenzione di Ginevra.

L’esplosione è talmente violenta che il corpo delle persone che si trovano nei pressi del dispositivo viene vaporizzato. A causa del meccanismo di funzionamento si tratta di armi letali negli ambienti chiusi, come edifici, bunker, trincee, tunnel e grotte.